4 anni di massacri piegarono la resistenza cattolica di Irlanda, 4 anni in cui le truppe repubblicane di Oliver Cromwell distrussero città, devastarono campagne, cercarono di eliminare ogni traccia del nemico dall’isola, in nome di una vendetta dal sapore divino. Il Lord Protettore del Commonwealth inglese si macchiò di azioni brutali, azioni che oggi più di qualcuno definisce con il termine “crimini di guerra”.
La vicenda della quale vogliamo rendervi partecipi si colloca in un momento storico delicatissimo per il Regno Unito e per L’Irlanda cattolica. Oliver Cromwell, al termine della guerra civile inglese e dopo aver quasi sottomesso le forze realiste, decide di perseguitare quest’ultime in terra d’Irlanda. Sull’isola i monarchici avevano stretto alleanza con i cattolici, un’alleanza in aperto contrasto con protestanti e parlamentaristi.
Nell’agosto del 1649 Cromwell parte alla volta dell’Irlanda, determinato ad annientare i realisti (e con loro i confederati cattolici irlandesi) e a riorganizzare in senso parlamentare l’isola. Il Lord Protettore prese di mira la città di Drogheda, importante centro strategico a nord di Dublino. Ad essere chiamato alla protezione della città fu Sir Arthur Aston, capitano delle truppe confederate.
Dopo giorni di assedio, Drogheda capitolò e le truppe del New Model Army si lasciarono andare in massacri e devastazioni incondizionate. Cromwell affermò come ogni azione del suo esercito fosse giustificata in quanto sintomo di una vendetta promessa (si riferiva alle rivolte cattoliche in Irlanda che erano costate la vita a numerosi protestanti durante il 1641).
Le truppe parlamentariste ora miravano a Wexford, altro porto strategico in grado di fornire una linea di rifornimento sicura dall’Inghilterra. La città, appreso quanto accaduto alla vicina Drogheda, si mise a disposizione per trattare una resa senza spargimenti di sangue. I soldati cromwelliani non reputarono la richiesta degna di nota, perché assediarono la città portuale, causando circa 4.000 vittime inermi tra realisti e civili.
Gli esempi di Drogheda e Wexford non furono isolati. Episodi simili si verificarono anche negli anni a seguire, almeno fin quando Cromwell non sottomise l’intera isola, nel 1653. Pensare di poter ritenere episodi come questi narrati oramai “passati” e affatto “attuali” è da sciocchi; solo così si può comprendere la delicatezza della questione odierna in Irlanda.