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egitto pilastri granito

Nessuna magia: ecco come nell’antico Egitto riuscivano a perforare il granito

Lo sappiamo che scomodare lo Stargate, improbabili civiltà antiche tecnologicamente evolute e la grande tartaruga magica ha sempre il suo fascino, ma non c’è nulla di magico o misterioso nel modo in cui nell’antico Egitto riuscivano a perforare e incidere il granito. Si tratta solamente di usare tecniche e strumenti giusti nel modo corretto.

Come usavano il granito nell’antico Egitto?

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Crediti foto: @Stephen S. Mehler, MA.

Gli antichi Egizi erano particolarmente noti per la loro abilità nella lavorazione della pietra. Tuttavia c’è sempre stata una questione alquanto controversa da tenere in considerazione, questione che ha scatenato la fantasia dei complottisti: come riuscivano a lavorare il granito? Perché tagliare e incidere rocce di granito è un tantino più difficile che lavorare rocce sedimentarie più morbide, come il calcare o l’arenaria.

Numerose le ipotesi fatte. La maggior parte degli archeologi sostiene che gli Egizi riuscirono a lavorare il granito sfruttando utensili in rame, bronzo e legno. Ovviamente non manca chi propugna la teoria di attrezzature maggiormente avanzate che, però, a quanto pare, nessuno ha ancora scoperto.

Quindi, per ora, prevale la teoria degli utensili in metallo e legno. I primi archeologi occidentali che studiarono l’antico Egitto nel XIX secolo erano solitamente gentiluomini dell’alta borghesia che il lavoro manuale non sapevano neanche dove stesse di casa. Così, quando si trovarono di fronte a imponenti blocchi e colonne di granito, incise, intagliate o perforate, pensarono, da bravi inesperti, che gli Egizi avessero avuto accesso a strumenti più avanzati.

Tuttavia, successivamente, ecco che gli archeologi decisero di esaminare meglio il lavoro dei tagliapietre, per capire come quegli antichi egiziani avessero potuto costruire le loro monumentali architetture. Notarono così come i tagliapietre egiziani contemporanei usassero anche loro strumenti primitivi, semplici martelli, scalpelli di rame e bronzo e cuneo di legno per scolpire il granito. Esattamente come facevano scalpellini e tagliapietre all’epoca dei faraoni.

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Crediti foto: @Glenn Ashton/ CC BY SA 3.0

Ma all’atto pratico, come facevano? Pare che per forare il granito gli Egizi conficcassero un cuneo di legno in una fessura della roccia, bagnando il cuneo con l’acqua. Man mano che il legno assorbiva l’acqua, ecco che questa faceva espandere il cuneo, allargando così la fessura nella roccia. Conficcando il cuneo sempre di più in profondità, ad un certo punto la roccia si sarebbe spaccata in blocchi. Fra l’altro questo fenomeno avviene anche in natura, quando è l’acqua congelata a causare l’espansione nella roccia.

Quindi i tagliapietre dell’epoca sfruttavano crepe e debolezze insite nei blocchi di granito per spaccarli in pezzi più piccoli. Nonostante questa plausibilissima spiegazione, c’è ancora chi sostiene che gli Egizi debbano aver usato attrezzature e materiali più sofisticati. Effettivamente, sir William Flinders Petrie, archeologo assai attivo fra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, nel corso dei suoi scavi trovò diversi carotaggi. Purtroppo non ritrovò mai le punte cave che probabilmente gli scalpellini usarono per ottenere tali carotaggi, ma venne in possesso di un gran numero di carotaggi di calcare, alabastro, granito e altre pietre.

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Crediti foto: @St. Luke’s Finsbury/ Stephen Critchley

Purtroppo mancano prove che dimostrino come gli Egizi utilizzassero una tecnologia più avanzata per tagliare la pietra. Anche perché non esistono prove di eventuali tecnologie meccaniche o elettriche all’epoca. Quindi, per ora, bisogna supporre che usassero semplicemente delle attrezzature basilari. Solo che lo facevano molto, molto bene.