Non scadremo in citazioni sentite e risentite, però una piccola osservazione vogliamo farla: quando in Russia fa freddo, fa veramente freddo. Napoleone Bonaparte l’ha imparato a sue spese, perdendo circa 2/3 del suo esercito nella disastrosa Campagna del 1812. Obiettivo: sottomettere la Russia per dare finalmente corpo a quel progetto chiamato “Blocco continentale”.
Mentre proseguiva la guerra ad ovest contro la Spagna e la Gran Bretagna, Napoleone pensò bene di invadere la Russia, potenziale e taciturna alleata di Londra, col fine di isolare proprio quest’ultima. Da tutta Europa giungono truppe per infoltire le fila della Grande Armée (si stimano 600.000 unità ai primordi della campagna), i mezzi ci sono, le speranze anche. Tutto rose e fiori insomma.
Nel giugno del 1812 si aprono le danze, con l’armata napoleonica che parte della Polonia entrando in territorio zarista. I russi decidono di non affrontare in campo aperto l’imperatore francese, consci dei pericoli. Essi adottano la tattica della “terra bruciata”, creando più di qualche problema alla Grande Armata.
Nonostante tutto, questa avanza e arriva a scontrarsi nei pressi di Borodino con l’esercito zarista, sconfiggendolo (classica vittoria di Pirro) e aprendosi la strada verso Mosca. Giunti nella capitale, Napoleone sente puzza di fumo, forse perché la città è letteralmente divorata dalle fiamme. Lo Zar Alessandro I non cede alle richieste di resa, passano i giorni, le settimane, un mese.
Le truppe francesi sono stremate, la fame si fa sentire, gli sforzi per giungere a Mosca sono stati abnormi. Napoleone è costretto alla ritirata ed è qui che entra in gioco il freddo. Sì, perché ci siamo dimenticati di dirlo: siamo ad ottobre e in Russia si gela. Allora l’esercito zarista passa al contrattacco ed insegue quello avversario, sbaragliandolo a Maloyaroslavets (prendetevi 5 minuti per leggere il nome se volete). La ritirata è disastrosa.
Sarebbe da sciocchi indicare il freddo come unica causa della disfatta, ma di certo ha influito, eccome. Napoleone riesce a tornare in Francia, 400.000, dei 600.000 soldati partiti, no. Il resto è storia.