Coloro che screditano costantemente i monopattini, soprattutto quelli elettrici, hanno in realtà dal 1915 un duplice bersaglio con cui prendersela. Nel suddetto anno, Arthur Gibson e Joseph Merkel mettono in produzione il cosiddetto “Autoped”, un nuovo mezzo di locomozione che nelle idee più rosee avrebbe sostituito le noiose bicilette e avrebbe rimpiazzato le fin troppo classiche e salutari passeggiate.
Quando l’Autoped Company di Long Island City, a New York, decide di vendere questi monopattini a benzina, non immagina il successo che avranno (almeno tra le strade della Grande Mela). D’altronde erano delle piccole e apprezzabili chicche del progresso tecnologico in corso. Ad alimentare il mezzo c’era un minuscolo motore a benzina, che permetteva il raggiungimento dei 32 km/h. Inoltre l’Autoped vantava la presenza di un sedile pieghevole e di una pedana inferiore per i piedi del pilota.
Per quanto allora la pubblicità lo spacciasse per un mezzo assolutamente sicuro di cui non dover dubitare, superati quei magici 32 km/h l’instabilità del monopattino a benzina diveniva una triste costante. Successive analisi dimostrarono come a causare la precarietà nell’equilibrio fosse lo sterzo, o meglio, il suo piantone, azionatore della frizione e del freno.
Da New York a Londra. La diffusione fu parziale anche nella capitale britannica. La compagnia produttrice assunse addirittura attrici del calibro di Shirley Kellogg per promuovere la vendita dei monopattini. Una promozione che passava attraverso le abili mani dell’incantevole e talentuosa Kellogg, alla guida di un Autoped lungo Hyde Park.
I reparti militari, il personale della pubblica sicurezza e dipendenti statali si avvalsero temporaneamente dei servigi dell’innovativa vettura. Lo si sarà capito dalle località fin qui citate: l’Autoped aveva un certo seguito nelle aree urbane. Non sfondò mai nelle zone rurali, per un’ovvia casistica. Il monopattino si evolse quando la compagnia fu acquistata da una consociata specializzata nella vendita di batterie. Chiaramente l’Autoped abbandonò il motore a benzina.
La fortuna girò per Gibson e Merkel fino al 1922, quando era ormai chiaro che scooter di nuovo genere e biciclette avrebbero rappresentato un’alternativa migliore rispetto all’Autoped di 45 kg. La Krupp, in Germania, ne produsse gli ultimi modelli. Essi rappresentarono il momento finale di una produzione estesa, che raggiunse all’incirca le 20.000 unità. Altro che monopattini elettrici.