Claude-Oscar Monet nacque a Parigi il 14 novembre del 1840 e fu tra le figure più emblematiche e significative della corrente impressionista. Caratterizzato da una forte propensione allo studio della luce, riusciva a catturarla col suo pennello e a sprigionarla in maniera impressionante nelle sue opere. Un artista a dir poco illuminato che faceva risplendere di arte le sue opere.
Il quadro preso in esame oggi è “Sentiero in un campo di papaveri a Saint Martin, datato al 1880. La prima riflessione è che Monet, a questa data, aveva già 40 anni, momento di maturità artistica ed umana e dunque incarnava ed esprimeva al meglio la sua arte. La prima esposizione di arte impressionista risale inoltre al 1874, quindi il nuovo stile era già rodato, correva verso la fama immortale irreversibilmente.
Una grandissima novità del quadro in questione è l’orientamento della rappresentazione. Per quanto riguarda le vedute naturalistiche l’orientamento prettamente utilizzato nelle opere d’arte è quello orizzontale. Ciò consente di rappresentare al meglio, in tutta la sua ampiezza e bellezza, il paesaggio in questione. Per quanto riguarda il Sentiero di Monet c’è una forte novità: l’orientamento verticale.
Tale scelta permise al pittore di sviluppare al meglio la profondità del paesaggio che i suoi occhi vedevano. Questa caratteristica è fortemente visibile nel caso dell’albero sulla destra. Questo si eleva in tutta la sua maestosità anche oltre le colline sullo sfondo (riportando magnificamente la prospettiva del punto di vista dell’autore) e supera i confini del cielo stesso.
Al centro dell’opera vi sono poi dei colorati papaveri rossi, immersi nel verde della piccola pianura. Una pennellata densa risalta in tutta la loro bellezza tali vivi colori, dal rosso dei papaveri al bianco delle nuvole immerse nell’immensità del cielo blu. Non manca nemmeno l’elemento urbano, visibile con un campanile e pochi edifici sullo sfondo, ma di dimensioni ridotte. Quasi a ricordare la preminenza della natura e la sua centralità nel quadro.
Ultimo elemento degno di nota è che nel quadro non vi è alcuna presenza umana. L’uomo non è contemplato, la natura la fa da padrona e ingloba l’osservatore con i suoi colori accesi ed i suoi paesaggi sublimi. Tale opera ispira libertà e inneggia alla bellezza e alla vitalità naturale. Non vi resta che perdervi al suo interno.