Non è facile immaginare che una protesi, oggetto di sostegno così importante e innovativo, facesse parte anche del nostro passato remoto. Questo però ci testimonia il ritrovamento odierno, nei pressi di Monaco di Baviera, dove una protesi sostitutiva di 4 dita sorprende gli archeologi tedeschi che lavoravano al cantiere.
Nel rapporto scientifico, gli studiosi annunciano che la datazione al carbonio colloca la mano protesica tra il 1450 ed il 1620. L’uomo a cui apparteneva la protesi inoltre aveva tra i 30 ed i 50 anni al momento dell’inumazione. Al contrario di quanto sembri, l’età di morte di quello che oggi sarebbe un giovane, all’epoca era di poco sotto la media.
Ma a cosa serviva di preciso? La protesi sostituiva, come sopra accennato, ben 4 dita del malcapitato: il mignolo, l’anulare, il medio e l’indice. Mancava solo il pollice!
I supporti artificiali erano di lamiera e non flessibili. Inoltre erano paralleli gli uni agli altri e leggermente curvati, per ricordare la forma naturale della mano umana.
Fra le possibili vicende connesse a quelle del nostro sfortunato protagonista, ce n’è una in particolare, non trascurabile per il XVII secolo. Stiamo parlando della Guerra dei Trent’Anni. La tomba dell’uomo si trovava infatti nei pressi di una chiesa a Frisinga, luogo di numerose battaglie inerenti tale conflitto storico.
Si trattava quindi di una situazione molto consona alla vicenda odierna. Molte amputazioni avvenivano in seguito a ferite durante scontri armati. In molti casi avvenivano durante le battaglie stesse, con le lame affilate che colpivano gli avversari. In altri casi, impossibilitati ad operare precisamente e con sostanziale efficacia, si decideva di amputare interi arti per evitare infezioni.
Non sappiamo dunque precisamente la storia di questa protesi, né il nome del suo proprietario. In ogni caso non sono numerosi i reperti simili nei nostri musei, quindi ben vengano scoperte del genere.