Sì, amiamo indiscriminatamente serie TV e film ambientati in epoca Vittoriana. E una delle cose che ci affascinano di più è proprio l’abbigliamento. Quella moda Vittoriana così particolare, con i suoi tessuti velenosi, gli abiti da lutto e un certo gusto per il macabro… Come possono non piacere? Per questo motivo ecco che oggi andremo a vedere le tendenze più intriganti della moda Vittoriana.
Moda Vittoriana: cose da sapere
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Abbigliamento da lutto – Non sappiamo cosa ne penserebbe Enzo Miccio di questa prima tendenza della moda Vittoriana, ma uno dei trend più gettonati all’epoca era quello dell’abbigliamento da lutto. Tutto fu scatenato dalla regina Vittoria. Nel 1861 perse la madre, poco tempo dopo morì anche il marito, l’amatissimo principe Alberto. Così la regina prese il lutto. In teoria, esisteva giù un preciso protocollo dei rituali del lutto, ma la regina Vittoria lo ampliò in maniera assai drastica.
In pratica il periodo di lutto tradizionale per le vedove doveva durare due anni ed era diviso in tre fasi. Si iniziava con la fase del lutto profondo, caratterizzato da abiti semplici e neri, con decorazioni minime e nessun gioiello. Anche la biancheria intima doveva sottostare a regole precise. Poi si passava alla fase successiva. Qui potevano fare la loro comparsa fiocchi, pizzi, balze e gioielli, tutti rigorosamente neri.
Piano piano, poi, si potevano reinserire cappellini di paglia e colletti bianchi, fino ad arrivare alla terza fase, quella del mezzo lutto. In questa fase erano permessi vestiti di colore bianco, grigio, lavanda e viola. E gioielli d’oro.
In particolare potevano essere indossati gioielli da lutto, contenenti ciocche di capelli della persona defunta. E pensate che non indossare l’abbigliamento corretto sarebbe costato alla malcapitata l’accusa di infedeltà.
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Corsetti e crinoline – A metà Ottocento venne inventata la crinolina. E il guardaroba delle donne Vittoriane cambiò per sempre. La crinolina era una struttura di cerchi in acciaio, con stecche di balene. Il tutto serviva per creare una struttura a campana sotto la gonna. Ora che ci penso, sono abbastanza sicura di aver avuto una struttura del genere sotto un costume di Carnevale da fatina, da bambina.
Ma torniamo alle nostre crinoline vittoriane. In pratica servivano per dare forma alla silhouette, senza usare strati infiniti di sottovesti. Essendo relativamente poco costose, la crinolina divenne rapidamente di tendenza, tanto che anche le donne comuni e le operaie iniziarono a indossarle. Solo che, ben presto, questa moda si trasformò in un disastro. Le crinoline, infatti, erano troppo voluminose per poter essere usate negli spazi ristretti della vita di tutti i giorni. Inoltre diventavano molto pericolose negli ambienti di lavoro.
Il tessuto steso sull’impalcatura tendeva a prendere fuoco facilmente, le crinoline rimanevano incastrate nei macchinari… Alle fabbriche, dopo diversi incidenti, non rimase altra scelta che vietarne l’uso sul lavoro. Fortunatamente la crinolina così strutturata durò poco. Col passare degli anni, la sottogonna a cerchio si trasformò in strutture a balze più strette, capaci di creare un’imbottitura evidente nella parte posteriore della gonna.
Così alla fine del 19esimo secolo, la silhouette tipica divenne quella composta da una camicetta a collo alto indossata sopra un corsetto e una lunga gonna. Contrariamente a quanto non si pensa, i corsetti non erano strumenti di tortura, bensì indumenti intimi funzionali fatti su misura. Esisteva, però, la pratica del tight-lacing, ovvero quella che permetteva di creare una vita eccessivamente stretta allacciando troppo il corsetto. Questa pratica poteva causare problemi di salute, ma non si diffuse mai così tanto come ci viene fatto vedere nei film e telefilm ambientati all’epoca.
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Coloranti mortali – Abbiamo già parlato in passato del colorante verde letteralmente mortale usato per gli abiti. Qui ricordiamo, brevemente, che per creare la tinta verde, un colore difficile da realizzare, si usavano rame e arsenico. E questo pur sapendo perfettamente che l’arsenico era un veleno. Ma, ehi, alla moda non si comanda!
Piume esotiche ovunque – Se dovete fare il cosplay di una dama vittoriana, procuratevi delle piume. All’epoca non erano certo una novità, solo che la richiesta raggiunse picchi che rasentavano l’ossessione. Questo soprattutto perché l’espansione coloniale britannica fece conoscere agli occidentali gli esotici piumaggi degli uccelli tropicali. Quindi ecco che le donne iniziarono a bramare le penne e le piume dell’uccello del paradiso o dell’airone bianco maggiore.
Ma le modiste andarono oltre. Perché accontentarsi di qualche piuma sul cappello quando puoi collocare interi uccelli in cima ad esso? Fra l’altro cercando di dare a questi uccelli morti un aspetto vivace e attivo, come se stessero per spiccare il volo?
Anche se all’epoca non esisteva ancora il discorso relativo all’estinzione delle specie, alcuni biologi fecero notare quando questa moda avesse un impatto devastante sulle popolazioni di volatili. Milioni di uccelli erano massacrati ogni anno a beneficio dell’industria della moda. Così alcune attiviste protestarono. E tanto fecero che, alla fine, riuscirono a vietare la caccia e l’importazione delle piume.
Fast fashion – Sempre in epoca Vittoriana nacque anche la fast fashion ovvero la produzione di massa di abbigliamento che abbatte i costi di produzione, ma a spese dei lavoratori. All’epoca non si pensava molto alle condizioni dei lavoratori e l’invenzione delle macchine da cucire aumentò di parecchio la quantità di vestiti prodotti. E questo in un contesto nel quale i lavoratori operavano in mezzo a tinture tossiche, macchinari che non pensavano minimamente alle norme di sicurezza e pagati pochissimo.
Ovviamente i consumatori erano ben consapevoli delle condizioni di lavoro di questi operai, ma non lo consideravano un loro problema (tema che, purtroppo, è molto attuale). Considerate anche che in epoca Vittoriana le donne delle classi più elevate si cambiavano di continuo. Avevano bisogno di un continuo turn-over di abiti. Se nella stessa giornata dovevano andare in chiesa, fare shopping, prendere il tè con le amiche, assistere a una mostra e andare a cena ecco che avrebbero avuto bisogno di un abito diverso per ogni occasione. Apparire con lo stesso vestito due volte era fuori discussione. Quindi immaginate che guardaroba avevano.