No, non è la trama del prossimo film su Wonder Woman, bensì i risultati di uno studio pubblicato sull’American Journal of Archaelogy. Alcuni graffiti misteriosi, trovati al di fuori di Atene, potrebbero indicare la presenza di un tempio perduto proprio nell’Acropoli di Atene. E tale tempio sarebbe anche antecedente al ben più famoso Partenone.
Dove si troverebbe il tempio perduto dell’Acropoli di Atene?
Il condizionale è doveroso in quanto si tratta di ipotesi. I minuscoli graffiti si trovano su uno sperone di roccia marmoreo sulla collina di Barako, vicino a Vari, a sud-est di Atene e in quella che un tempo era nota come la regione greca dell’Attica.
A dire il vero l’incisione presente accanto all’incisione non menziona affatto l’Acropoli di Atene, da qui il beneficio del dubbio. Tuttavia Janric van Rookhuijzen, archeologo e autore dello studio, sostiene che, sulla base delle prove attuali, per loro è assai probabile che il disegno raffigurato si riferisca proprio all’Acropoli.
In realtà nella zona di Vari si trovano spesso graffiti su affioramenti marmorei collinari: per ora ne sono stati trovati più di 2mila esempi. Si tratta di solito di disegni semplici (scene con animali, edifici vari, navi, guerrieri e anche raffigurazioni erotiche) o di brevi iscrizioni (con nomi, messaggi o didascalie), scritte in una versione molto antica dell’alfabeto greco. Anzi: la forma delle lettere indica che il graffito relativo al tempio perduto risale al VI secolo a.C.
In molte delle incisioni, i loro creatori si identificano come pastori. Non è ancora ben chiaro perché dei pastori si siano presi la briga di creare disegni del genere. Ma forse, la spiegazione più semplice, è che stessero semplicemente cercando di alleviare la monotonia del loro lavoro.
I graffiti relativi al tempio perduto pare che siano stati fatti da Mikon, un pastore di pecore o capre. L’incisione, scoperta per caso nel 2003 a dire il vero, raffigura un edificio colonnato, molto probabilmente un tempio. Nell’iscrizione tale struttura è identificata come “L’Hekatompedon”.
Si tratta di un termine significativo in quanto, in greco antico, vuol dire “100 piedi”, riferendosi così a strutture di dimensioni enorme. L’uso poi dell’articolo determinativo “il” implica che si trattasse della raffigurazione di un edificio specifico, collocato forse proprio sull’Acropoli di Atene.
L’ipotesi è plausibile visto che il graffito si trovava a poca distanza dall’Acropoli. Inoltre l’Acropoli è visibile dal monte Imetto, quest’ultimo assai vicino al luogo di ritrovamento dei graffiti.
Considerate poi che Hekatompedon era l’antico nome ufficiale dato al tempio dedicato ad Atena sull’Acropoli, quello che poi sarebbe diventato noto come Partenone. Potrebbe sorgere il dubbio che il graffito si riferisse proprio al Partenone, ma le date non coincidono: i graffiti risalgono al VI secolo a.C., mentre si ritiene che la costruzione del Partenone non sia iniziata prima del 450 a.C.
Quindi il graffito si riferisce a un tempio che sorgeva sull’Acropoli prima della costruzione del Partenone. In realtà da tempo si sospetta che l’Acropoli ospiti templi ed edifici più antichi del Partenone, ma non si sa dove possano trovarsi queste strutture, né a quando risalgono.
Considerate poi che nel 480 a.C. gli edifici che allora sorgevano sull’Acropoli furono distrutti dall’esercito persiano che aveva attaccato Atene. Tuttavia in un decreto ufficiale ateniese risalente al 485 a.C. era già presente un qualcosa chiamato Hekatompedon sulla vecchia Acropoli, prima dell’arrivo dei persiani. Ma non è specificato cosa fosse. E così c’è chi pensa che fosse un tempio, mentre altri sostengono che il termine si riferisse a un cortile aperto.