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Marausa 2 foto scafo

“Marausa 2”, l’incredibile scoperta di una nave romana sul fondale siciliano

Giaceva da quasi 2.000 anni sul fondale siciliano, vicino Trapani, la nave romana “Marausa 2“, risalente al III secolo d.C. Si tratta di un’imbarcazione del periodo imperiale di Roma che si trovava sul fondale marino a soli 100 metri dalla costa e addirittura a 2 metri di profondità. Praticamente era a portata di pinna.

Marausa 2 foto scafo

Come spesso accade, il mare ha coadiuvato la conservazione in ottimo stato del relitto di epoca romana. Lo scafo era ancora integro e conteneva al suo interno un ingente tesoro: una serie di anfore romane, anch’esse, manco a dirlo, splendidamente conservate. Oltre a queste vi erano altri utensili ed oggetti di vario tipo.

La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha gestito ottimamente le operazioni di recupero. Prima c’è stato lo scavo dell’area, per renderla più facilmente agibile, poi la documentazione fotografica. Ma ora arriva il bello. In realtà si è trattato della parte più complessa dell’operazione, ovvero riportare sulla terraferma tutta l’imbarcazione.

Marausa 2 immagine ritrovamento

Una struttura metallica montata intorno allo scavo per sollevarlo senza causare danni ha svolto perfettamente in suo compito. La nave è stata issata senza particolari problemi e trasferita, insieme ai suoi tantissimi reperti, al Museo Baglio Anselmi di Marsala. Qui sono in corso i lavori di restauro delle anfore e degli utensili, mentre l’imbarcazione ha riservato un trattamento personalizzato.

Si trova infatti in una vasca di acqua dolce. Questa serve per il processo di desalinizzazione, ovvero di rimozione della salinità data dai 17 secoli di immersione. Si tratta di un’operazione propedeutica al successivo restauro della stessa. Dopo quest’ultima tappa, anche la nave troverà posto nel Museo Anselmi, ricongiungendosi con i suoi utensili e le sue anfore.

Marausa 2 foto anfore

Gli studiosi sottolineano che si tratta di un vero e proprio pezzo di vita quotidiana della Roma imperiale che può dare molte risposte e incrementare le nostre conoscenze. E noi non possiamo che ringraziare il mare e la Soprintendenza sicula per averceli restituiti integri ed in ottimo stato.