Durante l’Età Vittoriana molti erano i bambini che mangiando un gelato perdevano la vita. durante il XIX secolo il gelato diventò estremamente popolare tra i diversi strati della società, soprattutto tra l’America e l’Inghilterra.
I venditori di questo delizioso dolce, erano soliti camminare per le strade più affollate delle città, nel tentativo di attirare quanti più acquirenti. Il gelato si serviva in piccolissimi bicchieri di vetro che presero il nome di penny licks. Era proprio questo l’oggetto incriminato, che avrebbe portato alla trasmissione di molte malattie.
L’impiego di questi piccoli bicchieri era estremamente pericoloso: i recipienti usati contenevano tracce di saliva. Una volta restituiti, il venditore non li lavava. Nel “migliore” dei casi, essi erano sciacquati in acqua stagnante all’interno di un contenitore. L’acqua in questione poteva essere prelevata da corsi d’acqua a loro volta infestati da molti batteri e liquami. Il cliente successivo usava quindi un bicchiere già sporco.
Ben presto i professionisti sanitari iniziarono a sospettare una possibile connessione tra i penny licks e le morti per malattie come il colera. Così un medico nel 1894 decise di prelevare dei campioni. Nel frattempo il parlamento inglese discuteva del fenomeno, sempre più dilagante e preoccupante.
Dalle analisi sui campioni risultò che il prodotto dolciario, tanto apprezzato era in gran parte tossico per l’organismo poiché conteneva liquami. D’altronde questo dessert si preparava in condizioni sanitario-igieniche non appropriate e i più colpiti erano i bambini di ogni classe sociale. Durante la seconda metà dell’Ottocento il tasso di mortalità infantile aveva subito un’impennata, a causa soprattutto del colera o della tubercolosi, e in special modo nelle città.
Ad ogni modo i penny licks non vennero resi illegali nel Regno Unito fino al 1926, nonostante la comprovata pericolosità. Nel frattempo però, un italiano immigrato a Manchester all’inizio del novecento, aveva brevettato una soluzione più sicura e gustosa: una cialda commestibile. L’uomo che di nome faceva Antonio Valvona trovò un partner con sede a New York, insieme crearono la Crispo, rivoluzionando il modo di mangiare il gelato.