La storia narra che Nerone suonasse la cetra mentre Roma bruciava nel Grande Incendio del 64 d.C. Questa immagine è ormai fissa nelle nostre menti e non c’è film che parli di quel periodo storico che non raffiguri Nerone intento a suonare la cetra (o la lira, dipende dalla versione). Idem dicasi per quadri e raffigurazioni varie. Ma davvero suonava? La sua reputazione era davvero così terribile? Beh, dobbiamo anche valutare il tutto in base alle fonti storiche che ne parlano.
Nerone, la cetra e il Grande Incendio di Roma
Nerone nacque il 15 dicembre del 37 d.C. A due anni la madre, Agrippina Minore (bisnipote di Augusto, primo imperatore di Roma), fu esiliata dall’imperatore Caligola. A tre anni Gneo Domizio Enobarbo, il padre di Nerone, morì e il futuro imperatore romano fu affidato alle cure della zia.
Nel 41 d.C. avvenne l’assassinio di Caligola e sul trono salì l’imperatore Claudio. Così Nerone poté riunirsi alla madre, la quale poco dopo sposò lo zio Claudio. Tecnicamente l’imperatore aveva un figlio biologico, ma decise comunque di designare Nerone, suo pronipote e figliastro, come rede. Nel 54 d.C. così Nerone divenne, a soli 16 anni, il quinto imperatore di Roma e (spoiler) l’ultimo dei Giulio-Claudii.
In realtà il suo regno fu assai breve: morì nel 68 d.C. a soli 30 anni, dopo essersi suicidato. Secondo gli storici romani, nel corso della sua vita Nerone uccise la madre Agrippina e due delle sue mogli, si disinteressò del governo e si applicava solamente alla sua arte.
Ma così come spiegato a Live Science da Harold Drake, professore emerito di Storia presso l’Università della California, ecco che bisogna tenere a mente che quello che sappiamo su Nerone deriva da persone che lo odiavano. La maggior parte delle informazioni su questo imperatore è scritta da suoi avversari, il che suggerisce che questi lo abbiano rappresentato nella peggior luce possibile.
Per esempio, nel 64 d.C. Nerone era in vacanza ad Anzio quando venne a conoscenza del fatto che Roma stesse bruciando in quello che poi divenne noto come il Grande Incendio. Il rogo andò avanti per una settimana intera e dieci dei quattordici distretti di Roma erano bruciati, senza contare i morti e le migliaia di persone che avevano perso tutto.
Secondo Drake, appena saputo dell’accaduto, Nerone tornò subito di corsa a Roma, organizzando un rifugio di emergenza e fornendo cibo e bevande ai sopravvissuti, arrivando anche ad aprire le porte del palazzo e dei giardini per dare loro un riparo.
Il che stona un po’ con la storia di Nerone che guarda bruciare Roma mentre suona la cetra. Anche perché Nerone non si trovava a Roma in quel momento. Quindi da dove nasce la storia della cetra?
Sappiamo per certo che Nerone si considerava un musicista. Per questo motivo, durante i soccorsi, si dice che ad un certo punto iniziasse a cantare in modo da alleviare il peso di quanto accaduto, cantando fra l’altro di un altro famoso incendio, quello della caduta di Troia.
Secondo il punto di vista di Drake, Nerone aveva fatto tutto il possibile per gestire l’incendio. Essendo esausto e avendo quest’indole artistica, è possibile che stesse cercando di allentare lo stress dedicandosi a ciò che lo faceva stare meglio.
Inoltre ci sono altri precedenti similari fra i Romani. Lo storico Polibio scrisse che mentre il generale romano Scipione osservava la distruzione di Cartagine, citasse l’Iliade di Omero e la caduta di Troia. In quel caso, non stava riferendosi ovviamente direttamente a Cartagine, ma stava solamente esprimendo i suoi timori che un destino simile attendesse i Romani. E una cosa analoga probabilmente stava facendo Nerone.
Anche perché dopo il Grande Incendio, l’imperatore offrì incentivi finanziari ai proprietari terrieri in modo da spingerli a liberare le loro proprietà dai detriti e iniziare a ricostruire, insistette affinché si usasse la pietra e non il legno per ricostruire, allargò e raddrizzò le strade e creò un adeguato approvvigionamento idrico per la città.
In effetti, questo non sembra per niente il comportamento di un pazzo o quello di un uomo che si diletta a suonare mentre la città che governa brucia.
Ma perché allora la storia ricorda Nerone come un pessimo sovrano? Secondo Drake è perché quello che sappiamo su di lui deriva da due fonti: i senatori romani e i Cristiani. E per entrambi Nerone era un nemico.
Per quanto riguarda i primi, Drake sottolinea come i senatori amassero abbandonassi a sogni di fantasia relativa a una repubblica restaurata, non disdegnando di organizzare complotti e assassinii, salvo poi indignarsi quando l’imperatore reagiva con ostilità ai loro tentativi di ucciderlo.
La questione dei Cristiani è un po’ diversa. Secondo Tacito, subito dopo il rogo, iniziò a circolare da qualche parte la voce secondo la quale era Nerone il responsabile dell’incendio. Secondo Drake non è ben chiaro se a questo punto Nerone cercasse di deviare la presunta colpa da se stesso o se stesse semplicemente cedendo alla pressione del popolo (all’epoca i Cristiani non erano ben visti), ma ecco che forse lui stesso cercò un capro espiatorio nei Cristiani. E il risultato furono numerose morti per crocifissione e rogo, il che spinse i Cristiani ad accusare Nerone in merito a questa persecuzione.
Drake ha poi concluso sostenendo di non voler assolutamente giustificare tutto ciò che Nerone fece come frutto di cattiva pubblicità. Era indubbiamente un tiranno viziato e, nel corso del tempo, divenne sempre più arbitrario nelle sue azioni. Ma forse non era poi così pazzo. Magari instabile e paranoico (cosa che può succedere quando cercano di assassinarti di continuo), ma di sicuro non pazzo.