Chi ha visto il documentario di Alberto Angela dedicato a Pompei (quello con due ore e più di piano sequenza, lo trovate tranquillamente anche su RaiPlay), ha già ammirato in anteprima l’ultima, grande scoperta di Pompei. Stiamo parlando del meraviglioso santuario blu rinvenuto nel Regio IX. Anche Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, si è recato in visita al sito.
Non si sa ancora molto del santuario blu di Pompei
Come spiegato anche da Alberto Angela, ancora non si sa esattamente a cosa fosse adibita quella stanza tutta dipinta di blu. I dipinti presenti e le piccole alcove hanno fatto supporre che potesse trattarsi di uno spazio dedicato a un sacrario, quindi ad attività rituali o alla conservazione di oggetti sacri. Anche perché il sacrario si trova in una parte cieca della struttura da cui è emerso, non conduce da nessuna altra parte.
Sulle pareti, dipinte di un mirabile blu, sono raffigurate figure femminili che dovrebbero rappresentare le quattro stagioni. In aggiunta ci sono altre figure che rappresentano probabilmente allegorie dell’Agricoltura e della Pastorizia.
L’incredibile santuario blu è tornato alla luce durante gli scavi nella zona del Regio IX, un’area residenziale che attualmente è uno dei siti di scavo più attivi e prolifici.
All’interno del santuario sono state trovate anche delle anfore rovesciate, quasi come se quello che in origine poteva essere un luogo di culto fosse stato temporaneamente trasformato in deposito o magazzino.
Dagli scavi in zona sono emersi anche manufatti appartenenti a una casa, come un corredo in bronzo con due brocche e due lampade. Inoltre sono emersi anche materiali edili riciclati, pronti per essere riutilizzati in altre costruzioni e ristrutturazioni, così come alcuni mucchietti di gusci d’ostriche.
In precedenza, invece, in un’altra zona (quella dei Casti Amanti), sono emersi alcuni schizzi fatti da bambini, raffiguranti scene di pugili o di gladiatori che combattevano contro alcuni animali. Si pensa che tali disegni siano opera di bambini di età compresa fra i 5 e i 7 anni, realizzati ovviamente prima dell’eruzione del 79 d.C.