Costantinopoli, aprile-maggio 1453: la capitale dell’Impero Romano d’Oriente è sotto assedio da parte dei Turchi Ottomani. La situazione è disperata. Gli assediati sono in netta inferiorità numerica e si trincerano dietro le possenti mura nella speranza che queste possano proteggerli ancora una volta. L’imperatore Costantino XI Paleologo implora aiuto ai Cristiani d’Occidente. Fra coloro che rispondono “presente!” vi è il condottiero genovese Giovanni Giustiani Longo. Questa è la storia dell’ultimo difensore dell’Impero Romano.
Giustiniani Longo nasce a Genova da una facoltosa famiglia della città ligure. La sua data di nascita è normalmente collocata intorno al 1418. Della sua gioventù si conosce veramente poco. Come avveniva per i rampolli delle casate patrizie della Repubblica marinara, affronta un apprendistato mercantile fra Genova e le sue colonie nell’Egeo e nel Mar Nero. E’ in questo periodo che affina le sue doti militaresche, attraverso anche la pratica della pirateria compiuta lungo le isole greche.
Ed ecco che giungiamo a quel fatidico 1453. Quell’anno il sultano ottomano Mehmet II decide che è giunto il momento per conquistare la metropoli che tutto il mondo vorrebbe possedere, l’anello di congiunzione fra est ed ovest, il fulcro delle principali rotte commerciali. L’agonizzate Impero Romano d’Oriente invia una disperata richiesta d’aiuto all’Occidente, il quale però non risponde in maniera compatta ed esaustiva. Gli Ottomani hanno dato prova della loro forza militare a Nicopoli e a Varna, dove hanno sbaragliato gli eserciti europei giunti in soccorso dei Romani.
Le due repubbliche marinare di Genova e di Venezia, poi, hanno un atteggiamento assolutamente doppiogiochista. Da un lato si ergono a protettori dei Romani, nei territori dei quali hanno installato importanti colonie. Dall’altro mantengono proficui rapporti commerciali con l’Impero Ottomano, per evitare di perdere il controllo delle preziose rotte mercantili verso l’Oriente. E così, Genova non risponde direttamente alla chiamata contro i Turchi, ma lascia che parta un corpo di circa 700 volontari comandati, appunto, da Giustiniani Longo.
Il suo arrivo nella capitale romana è accolto con giubilo e onore da parte della popolazione locale e dello stesso imperatore Costantino XI. Giustiniani Longo si rende subito conto della gravità della situazione: i rapporti di forza fra ottomani e romani erano di circa undici a uno. Nonostante ciò, si carica sulle spalle l’organizzazione della difesa, facendo affidamento sull’asso nella manica di Costantinopoli, le sue impenetrabili mura.
Tuttavia, i Turchi dispongono di un nuova e poderosa artiglieria che vanifica in gran parte la resistenza della cinta muraria, che ha oramai mille anni. Il 29 maggio 1453 è il giorno dello scontro decisivo. Giustiniani Longo e i suoi uomini difendono strenuamente la porta di San Romano. Ma gli ottomani riescono ad aprire una breccia e quando giungono dinnanzi le schiere genovesi, queste ultime non si astengono dal combattere. Giustiani Longo viene colpito gravemente ed è impossibilitato a proseguire nello scontro. La leggenda vuole che i suoi uomini, presi dallo sgomento, si siano dati alla fuga.
I Turchi sono incontenibili e dilagano per la città. Per Costantinopoli e il suo impero millenario non c’è più nulla da fare. Anche lo stesso imperatore Costantino XI perde la vita negli scontri con le truppe del sultano. L’Impero Romano è finito per sempre. Intanto, Giustiniani Longo e un manipolo di suoi uomini si imbarcano alla volta della colonia genovese sull’isola di Chio, per cercare di approntargli le cure necessarie. Ma le ferite sono troppo gravi e il condottiero genovese si spegne pochi giorni dopo. Tramonta così, senza lieto fine, l’epopea dell’ultimo difensore dell’Impero Romano.