Sulla Venezia medievale ci sarebbero molte storie da raccontare, una in particolare però riguarda il gioco d’azzardo e due colonne provenienti da Costantinopoli. Vediamo insieme allora cosa lega questi due elementi così disparati e lontani. Introduciamo prima però un altro protagonista della vicenda, Nicolò Barattieri, un capomastro locale.
Ora che abbiamo tutti gli elementi introduttivi, procediamo alla narrazione. Partiamo dalle due colonne, che si trovavano a piazza San Marco, vicino al Palazzo Ducale e la loro funzione non era molto carina. Fra le due colonne di San Marco e San Teodoro il boia veneziano compiva il suo lavoro macabro e faceva giustizia per la città.
Arriviamo all’anno 1172. In questo frangente il capomastro Barattieri ebbe un’idea geniale. Chiese al doge il permesso di erigere le due immense colonne bizantine, sdraiate sul loro dorso. Il comune accordò il permesso ed il lavoro fu svolto a regola d’arte. La genialità di Barattieri arriva però ora. Come forma di pagamento chiese di rendere l’area fra le due colonne zona franca per il gioco d’azzardo, con lui a gestire il tutto chiaramente.
Il doge, ben lieto di non pagare alcuna somma di denaro, accordò il permesso. Il gioco d’azzardo era molto diffuso nella Venezia del tempo: dalle case private alle piazze, dalle bische alle locande. Ovunque ci si girasse si vedeva gente scommettere, perdere e vincere. L’idea del capomastro fu senza ombra di dubbio geniale.
La decisione del doge però fu davvero esemplare. Provò a vietare il gioco d’azzardo in tutta Venezia ed in un’area ampia 25 km, ad esclusione della zona franca. Chiaramente, stando a quanto detto poco sopra, ciò non accadde. Il rischio di vincere o perdere tutto in una sola mano era troppo forte, il gioco illegale troppo diffuso. Nonostante ciò in poco tempo Barattieri divenne molto ricco, gestendo la sua “aerea ludica”.
La sua fama era divenuta così ampia che fino al XIX secolo a Venezia i giocatori d’azzardo professionisti e rinomati avevano il suo nome: i barattieri. Il suo colpo di genio fu un successo e la sua memoria, nel bene e nel male, è conservata.