Gli anni ’70 si aprirono con un periodo di grande crisi, economica ma soprattutto sociale, per la Penisola italiana. Nel 1969 il numero di ore complessive trascorse in sciopero si quintuplicò rispetto all’anno precedente. Era iniziato l’Autunno caldo. Operai e studenti dimostrarono un elevato dissenso. Ma il peggio doveva ancora arrivare.
Proviamo ad analizzare in breve la situazione politica e lo sfondo a tutti questi fatti. Le vicende sopra descritte, la difficile congiuntura economica internazionale e nazionale (fine del boom) rendevano il governo leggermente instabile. Si aprivano due possibili strade: un governo bicolore composto da DC e PSI, ma spostato a sinistra, o un quadripartito che comprendesse anche liberali e socialdemocratici.
Il culmine della tensione si raggiunse il 12 dicembre del 1969. A Piazza Fontana, nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, esplose un ordigno. Lo scoppio scosse il capoluogo lombardo ma anche tutta l’Italia. Altri ordigni, negli stessi giorni, scoppiarono a Roma ed un altro rimase inesploso a Milano. I morti, prima 14, poi divenuti 16, erano già troppi, ma ahonoi non furono gli ultimi.
Chi era stato? Perché? queste sono le due domande che echeggiano da decenni ormai. Gli ambienti di sinistra erano ritenuti i primi responsabili, poiché delusi dai regimi di centro-sinistra. In realtà però fu l’estrema destra ad architettare il tutto. Godeva infatti di sicuri appoggi all’interno dei servizi segreti e molti ritardi, nonché farraginosità, dipendevano da questi oscuri collegamenti.
Arriviamo all’altra domanda: perché l’estrema destra fece una cosa del genere? The Observer, settimanale inglese, coniò ad hoc il concetto di “Strategia della tensione“. Compiendo attentati senza rivendicarli voleva che fossero attribuiti all’estrema sinistra e che ciò causasse un calo dei consensi. Ciò doveva portare l’abbandono della formula di centro-sx e il ritorno ad un governo più autoritario e improntato a destra.
Come sopra accennato, la prima pista seguita dalla magistratura di Milano fu quella dell’estremismo di sinistra, con sequestri e perquisizioni. Nel giro di qualche settimana ci si voltò verso Avanguardia Nazionale. Ad oggi è a quest’ultimo ambito che si attribuiscono gli attentanti del periodo, anche se, connivenze e depistamenti, non portarono a condanne precise.