Per gli Ungheresi, l’esistenza di una minaccia Mongola non fu affatto una sorpresa. Infatti, già nel 1239 si percepirono le prime avvisaglie del pericolo straniero. Il regno dei Mongoli era in progressiva espansione e le due popolazioni iniziarono ad avere dei contatti piuttosto tesi. Questo fece crescere un clima di tensione generale che lasciava presagire l’avvento di un’invasione. Poco prima che si annunciasse l’intenzione di questo popolo di sferrare un attacco, in Ungheria arrivò la notizia: la Polonia era impegnata a contrastare la minaccia Mongola che aveva appena varcato i suoi confini. In poco tempo si gli Ungheresi si trovarono bersagliati da cinque eserciti che tentavano di varcare i confini del paese da più fronti. Era il 1241.
L’invasione iniziò tra l’estate e l’autunno del 1241, ma già alla fine di marzo del 1242 i Mongoli iniziarono a ritirarsi. Il grande Khan era appena morto e gli storici hanno pensato che fosse questa la ragione di una ritirata tanto frettolosa. Infatti, i principi di sangue avrebbero dovuto presiedere i rituali per l’elezione del nuovo sovrano.
Fatto attestato da Giovanni da Pian del Carpine, che visitò la corte mongola e affermò che la ritirata fosse dovuta proprio a questo. Inoltre nella sua cronaca troviamo scritto che Dio aveva predisposto la morte del Khan in modo da preservare la cristianità latina.
Tuttavia ministri e storici mongoli affermano che il generale non sapesse della morte del Khan e che si fosse ritirato per reprimere la rivolta cumana. Le motivazioni di questa ritirata ad oggi non sono del tutto chiare e gli storici sono piuttosto divisi sull’argomento. Gli effetti di questa breve invasione Mongola furono devastanti per il Regno d’Ungheria, infatti le pianure su cui i Mongoli si stanziarono subirono delle devastazioni incredibili. Oltre che tutte le prepotenze e le vessazioni che le popolazioni delle campagne hanno dovuto subire.