Come la storia di molte nazioni africane anche quella del Congo è strettamente legata all’Europa. Le politiche coloniali del XIX secolo hanno infatti creato diverse ingerenze fra il Belgio e il Congo, che durarono fino all’indipendenza del 30 giugno 1960. In questo processo grande parte ebbe Patrice Lumumba, uno dei grandi nazionalisti congolesi.
Procedendo per gradi però analizziamo l’arrivo dei belga in Congo. Nel famoso Congresso di Berlino del 1885 il territorio intorno al fiume Kongo spettò al re Leopoldo II di Belgio. No, non al Belgio nazione, ma personalmente al suo re, che fu l’unico sovrano ad avere un possedimento personale e non coloniale in Africa.
Diversi report giornalistici inglesi e il malumore dei congolesi fecero si che lentamente il dominio passasse dalle mani del re a quelli della nazione belga. La situazione era però tutt’altro che risolta. Molti movimenti nazionalistici si stavano infatti diffondendo e alcuni volevano l’indipendenza sia dal Congo che dal Belgio. Fra questi i Bakongo ed i Kasai.
Affidare la situazione ad un procuratore generale non aveva aiutato. C’era bisogno di qualcuno che lottasse per la vera indipendenza congolese. Il problema di fondo era però l’atteggiamento paternalistico che il Belgio adottava nella colonia. Approcciandosi come superiore, infatti, non educava i cittadini all’ideale di emancipazione e difficilmente erano tollerate idee sovversive.
In questo difficile clima studiò Patrice Lumumba. Sin da giovane molto brillante e per questo invitato da molti professori a seguitare in autonomia gli studi, si formò una forte idea nazionalistica ed indipendentistica. Si iscrisse subito al Partito Popolare belga ma un anno dopo fu arrestato.
Oltre a sposarsi e mettere al mondo 8 figli, subito dopo l’uscita di prigione Lumumba fondò il suo partito, l’MNC. La nuova formazione puntava all’indipendenza ma anche al panafricanismo. Dopo varie scissioni e mirabolanti avvenimenti l’eroe dell’indipendenza congolese divenne primo ministro e il 30 giugno 1960 concesse la desiderata e altrettanto tribolata indipendenza.