L’amore per gli animale trascende il tempo, quello per i gatti è forse fra i più antichi. Divinità presso gli antichi egizi, questi felini sanno come entrare nel cuore delle persone con il loro caratteristico mix di nonchalance ed affetto, perfettamente bilanciato come il loro baricentro.
La storia incredibile di oggi riguarda proprio un amante di tali animali, Gottfried Mind. Il ragazzo in questione nacque a Berna, in Svizzera, nel 1768, e, da subito, si innamorò dei piccoli e pelosi felini. Gottfried era anche leggermente asociale e secondo i racconti viveva in casa con diversi gatti che si preoccupava di non scomodare mai, anche a costo di dormire in posizioni stranissime.
L’evento che più scosse Mind avvenne nel 1809, quando lui era ormai adulto. La città di Berna infatti decise in questo frangente di allontanare oltre 800 gatti, considerati sporchi e latori di malattie. Mind assistette ad una vera e propria strage che forse sarà una delle cause della sua Sindrome di Savant, una forma lieve di autismo.
In quel caso gli fu concesso di tenere la sua Mineta, fedele amica a quattro zampe, e forse ciò lo portò a legarsi strenuamente ai felini. Iniziò a dipingere i gatti in tutte le loro forme e sfaccettature, con un realismo fuori dal normale. Sembrava capire i gatti e agire come loro, tanto che si dice potesse comprenderne la lingua e che dialogava con essi.
Tutti a Berna conoscevano le sue opere ed il suo talento. Una prerogativa per la borghesia e l’aristocrazia era detenere uno dei suoi famosi dipinti. Mind ce l’aveva fatta, aveva trasformato la sua passione in lavoro, e lo faceva veramente bene. Il suo operato era impeccabile, i suoi quadri magnifici.
Il suo periodo più proficuo fu quello della strage dei felini di Berna. In questo frangente dipinse un numero ingente di opere, forse come forma di protesta contro l’operato del governo della sua città. Morirà a 46 anni, nel 1814. Non ebbe 7 vite come i suoi amati gatti, ma una gli bastò per rendere omaggio con un’arte sublime a questi meravigliosi animali.