Jane Elliott era una maestra delle elementari, nata e cresciuta a Riceville, piccola cittadina dello stato dell’Iowa, USA. Alla fine degli anni ’60, qui, vivevano meno di 1.000 abitanti e la maggior parte era di origine caucasica. Jane si era trasferita prima a Cedar Falls per conseguire l’abilitazione come maestra elementare e dopo alcuni anni decise di tornare nella sua città di origine per insegnare.
Il 4 aprile del 1968, Jane accese la tv per guardare il telegiornale e, mentre stirava, si trovò di fronte ad una notizia che la pietrificò: Martin Luther King era morto assassinato. Quest’ultimo aveva ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1964 ed era il leader del movimento per i diritti civili. Aveva condotto numerose proteste non violente contro la discriminazione nei confronti della popolazione afroamericana e la segregazione razziale, guidato dalla fede cristiana e dall’attivismo non violento di Mahatma Gandhi. La mattina seguente, Jane conversò con alcuni colleghi riguardo quanto successo e rimase sorpresa dal fatto che nessuno di essi avesse programmato di dire o fare qualcosa sulla questione.
Così, una volta arrivata in classe chiese ai suoi alunni cosa sapessero a riguardo e se avessero una vaga idea di cosa fosse la segregazione razziale e cosa comportasse. La risposta fu negativa. Allora decise di intraprendere un esperimento, per far comprendere loro cosa questo significasse e come ci si sentisse ad essere emarginati dalla società. Iniziò scrivendo a caratteri cubitali sulla lavagna la parola melanina e spiegò loro il suo significato, ovvero un pigmento responsabile del colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Tuttavia, aggiunse un’informazione falsa: la melanina era anche responsabile dell’intelligenza, più ne avevi, più eri intelligente. Aggiunse, quindi, che i bambini con gli occhi scuri erano più intelligenti di quelli con gli occhi chiari.
A questo punto, divise la classe in due, da una parte i bambini con gli occhi chiari, dall’altra quelli con gli occhi scuri. Ai primi disse che erano poco attenti e negligenti, in grado di rovinare qualsiasi cosa passasse sotto le loro mani. Ai secondi, invece, disse che erano più intelligenti, brillanti, ordinati ed eseguivano perfettamente i loro compiti. Per aumentare il divario tra i due gruppi, chiese al primo gruppo di indossare una banda di cartone verde al braccio, in modo da essere ben riconoscibili. Jane, una volta completata la divisione, iniziò la sua lezione, ma qualcosa era cambiato all’interno delle quattro mura dell’aula.
Subito emersero i primi cambiamenti di personalità. Alcuni tra i bambini con gli occhi chiari, che fino a quel momento erano esuberati e vivaci, iniziarono ad essere timidi ed introversi. Inoltre, ci fu anche un calo delle prestazioni scolastiche nelle diverse materie, come matematica e italiano. Al contrario, i bambini con gli occhi scuri iniziarono ad essere prepotenti e beffardi nei confronti dei loro compagni di classe. Il lunedì seguente, Jane annunciò di aver sbagliato riguardo la melanina: una minor quantità di melanina in corpo era segno di intelligenza più spiccata. Quindi, ora, erano i bambini con gli occhi chiari ad essere più intelligenti. Accadde la stessa identica cosa della settimana precedente, ma a parti inverse.
La maestra decise così di interrompere l’esperimento. Spiegò ai bambini che quanto detto era tutta una menzogna: la melanina non c’entrava niente con l’intelligenza. Alcuni tirarono un sospiro di sollievo, altri si strinsero in lunghi abbracci. Jane chiese loro di scrivere un breve testo su quell’esercizio, per capire cosa avessero colto da quest’esperienza. Tuttavia, la sua intenzione era semplicemente di far arrivare un messaggio e far comprendere loro come ci si sentisse ad essere discriminati.
La mamma di Jane Elliott, Margaret, dopo aver letto i testi dei bambini, decise che l’esperimento di Jane meritasse più visibilità. Così consegnò i testi ad un editoriale di Riceville, il quale li pubblicò con il titolo ”Come ci si sente ad essere discriminati”. Alcuni bambini aveva scritto riguardo al sentimento di superiorità provato nei confronti dei loro compagni e come questo li legittimasse a fare loro del male perché considerati ”inferiori”. Altri, invece, erano stati talmente tanto provati dall’esperienza che aveva portato in loro un sentimento di tristezza ed inquietudine.
Dopo l’esperimento, iniziarono a nascere le prime spaccature tra Jane Elliott e i suoi colleghi. Alcuni ritenevano che l’esperimento era del tutto inutile ed avrebbe solo portato traumi infantili. Gli insegnati iniziarono a parlare male di lei alle sue spalle. Successivamente, anche la drogheria di suo marito vide sempre meno clienti e anche le figlie vennero accusate di prostituirsi con uomini afroamericani. Tuttavia l’esperimento ebbe i suoi frutti: l’esperimento Blue eyes/Brown eyes fece capire ai bambini della classe, e a tutti coloro a cui Jane lo sottopose negli anni a venire, gli effetti della segregazione razziale.