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Lesbo: la scoperta del castello bizantino di Agios Theodoros

Un dintel di marmo antico con una rara rappresentazione del castello medievale di Agios Theodoros è stata scoperta sull’isola di Lesbo. La figura, risalente al XIV secolo, è l’unica illustrazione conosciuta dell’aspetto originale del castello bizantino, che fu poi ampiamente ricostruito nel XV secolo.

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Il dintel di marmo bianco, lungo tre metri e mezzo, raffigura la croce tetragrammatica, l’emblema della dinastia imperiale bizantina dei Paleologi, lo stemma della famiglia genovese dei Gattilusio, il codice familiare degli imperatori bizantini e, infine, il castello di Agios Theodoros. La struttura presenta una porta principale e tre torri rettangolari sull’acropoli, in accordo con le descrizioni del castello fornite dalle fonti scritte.

Questa rappresentazione è l’unico esempio di un elemento architettonico che mostra i segni delle dinastie regnanti di Lesbo. L’unico altro elemento simile è un bassorilievo presente nel castello di Mitilene, che presenta lo stemma dei Paleologi e quello dei Gattilusio, ma con l’aggiunta dell’aquila bicefala e senza il castello rappresentato.

I Gattilusio governarono Lesbo come vassalli degli imperatori bizantini dal 1355 al 1462. La loro storia è oscura, poiché il loro passato come pirati e mercenari era ben noto. Tuttavia, grazie alla loro abilità militare, furono assunti da Giovanni V Paleologo per aiutarlo a riconquistare il trono e la città di Costantinopoli nel 1354. In cambio, Giovanni nominò Francesco Gattilusio signore di Lesbo e lo diede in sposa alla sua stessa figlia.

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L’eredità culturale di Lesbo

Oltre alla scoperta archeologica del castello bizantino di Agios Theodoros, l’isola di Lesbo è conosciuta anche per la sua ricca eredità culturale. In particolare, la poesia epica di Lesbo ha avuto un’enorme influenza sulla letteratura occidentale.

La poetessa Safo, nata a Lesbo nel VI secolo a.C., è stata una delle prime poetesse femminili della storia, e le sue liriche d’amore e di passione hanno ispirato molti autori successivi. La tradizione poetica di Lesbo è stata poi ripresa e sviluppata da altri autori greci e latini, come Orazio e Catullo.