Il Monte Pentelicus, un ammasso roccioso geograficamente vicino alla città di Atene, ha rappresentato per millenni un luogo dalla fondamentale importanza per la capitale greca. Infatti è da qui che si estraeva il marmo per la costruzione dei meravigliosi edifici ateniesi, tra cui il Partenone. Tuttavia il monte non è solo sinonimo di marmo, ma anche di mistero, più nello specifico il mistero della grotta di Penteli.
Conosciuta anche come cava di Davelis, questa grotta si trova immersa in una foresta di pini. Essa si addentra nella roccia per circa 60 metri, essendo alta (nella camera principale) all’incirca 20 metri. Vi si possono scorgere due condotti principali, uno dei quali porta ad uno stagno sotterraneo. L’altro invece…Beh, nessuno sa dove conduca l’altro tunnel. La tradizione dice che sia la porta per l’inferno – una delle tante a quanto pare – altri ci parlano di portali ultra-dimensionali e punti di contatto con civiltà extraterrestri.
Beh, laddove non giunge la scienza, si deposita il mistero. E se pensate che siano superstizioni contemporanee, vi sbagliate di grosso. Anche per gli antichi greci, questo posto era avvolto da un alone di sacralità non indifferente. Si pensava che qui vivesse il dio della natura Pan insieme alle sue ninfe. A testimonianza di ciò ci sono ancora delle iscrizioni sulle pareti della grotta, nonché dei manufatti raffiguranti la divinità. Anche con l’avvento del Cristianesimo, il luogo mantenne la sua aura di indiscussa sacralità.
All’interno della grotta di Penteli si rifugiavano eremiti nonché monaci cristiani. Non è un caso che nell’XI secolo sia sorta nella cava una chiesa, tra l’altro estremamente particolare per struttura e posizionamento. Per tornare a tempi più recenti, è dal XIX secolo che si specula sull’ambiente paranormale che caratterizza la zona. Sarà per l’isolamento provocato dalla fitta pineta, forse per l’acustica che, a detta di molti, è davvero spettrale.
Di storie se ne sono sentite davvero tante: da chi giura di aver visto degli alieni bianchi alti circa 60 centimetri rifugiarsi tra i cespugli dopo aver rubato un’auto (vorremmo tanto fosse frutto della nostra fantasia, fidatevi) giungendo a chi, scadendo nel complottismo, afferma che la grotta di Penteli sia stata utilizzata per scopi governativi dal carattere segreto.
In tutto questo, la scienza cosa ci può dire? Non molto in realtà, se non che vi sia un campo elettromagnetico particolarmente “audace” al quale poter imputare gran parte dei disturbi. I neuroscienziati sostengono come una particolare attività elettromagnetica possa influenzare la percezione comune. Da qui i racconti più strani che abbiate mai sentito. Restiamo sempre più affascinati da questi luoghi misteriosi, soprattutto se pensiamo che nell’arco storico ci si sia rivolti ad essi per quello che sono: meravigliosi enigmi.