Come anticipato in chiusura della precedente parte sulla storia dei gladiatori e sui falsi miti diffusisi nel tempo, a combattere, a volte, erano anche le donne. Gli spettacoli delle Gladiatrici erano ricercatissimi in quanto eventi abbastanza unici. Le mulieres ad ferrum offrivano spettacolo tanto quanto gli uomini, non tiravano indietro la spada e davano i fendenti che dovevano dare.
Queste, così come i loro colleghi uomini, non erano agli ultimi gradini della scala sociale, anzi. Ciò significa che non si prestavano, al contrario di quanto comunemente si pensa, a determinati tipi di spettacoli. Le lotte contro le bestie più feroci erano riservate infatti ad altre categorie di combattenti, come condannati a morte o schiavi. Le loro vite (in maniera molto triste) non valevano nulla, e la loro morte era già scritta.
Al contrario, come già sottolineato nella prima parte, la morte di un gladiatore, uomo o donna che fosse, comportava ingenti spese. Durante le Venationes, spettacoli di lotta contro animali esotici quali orsi, tigri, leoni o altre belve feroci importate dalle parti più remote dell’impero, a combattere erano tali categorie sopra descritte, che di solito si esibivano la mattina, prima del vero spettacolo successivo che era lo scontro tra gladiatori.
L’altro falso mito da sfatare riguarda proprio la morte dei combattenti di più basso rango, ed il famoso pollice verso. A decidere le sorti dello sconfitto alla fine del duello, non era né il vincitore, né il pubblico ed i suoi rumoreggiamenti. Alcune volte l’ultima parola non spettava nemmeno all’imperatore o al verso del suo pollice, ma a dover scrivere la parola fine della vita del combattente era sempre l’Editor, colui che guadagnava dagli scontri.
Non poche volte questa figura combaciava con quella dell’imperatore, ma ancora una volta non era il pollice di questo a definire la linea tra la vita o la morte. L’ordine era orale e prevedeva una duplice possibilità. Se urlava “Iugula“, ovvero “sgozzalo“, come deducibile si procedeva ad uccidere il perdente. Se la parola usata era “Mitte“, si lasciava invece vivere lo sconfitto.
Speriamo dunque di aver un po’ soddisfatto la vostra sete di conoscenza. Se così non fosse, provate a bere un po’ della fantastica bevanda a base di cenere dei Gladiatori, la Potus Gladiatorius. Questa volta totalmente vera, come dimostrano i ritrovamenti archeologici ed altre fonti attendibili.