Se pensate che eleggere un Presidente della Repubblica sia cosa semplice, probabilmente non avete mai sentito di quando ci sono voluti 21 scrutini per trovare un nome consono. E no, non si tratta dell’elezione con più scrutini, nel 1971 per eleggere Giovanni Leone ce ne vollero ben 23.
Ma procediamo con ordine e analizziamo la situazione politica italiana degli anni ’60 per capire meglio le condizioni che portarono a tale situazione. A livello nazionale, 5 anni prima, nel 1959, si era dimesso dalla carica di segretario della Democrazia Cristiana Amintore Fanfani, sperando di essere richiamato. Un gruppo di dirigenti si riunì però nel convento delle suore di Santa Dorotea (prendendo il nome di Dorotei dal luogo) e fece emergere come nuova figura chiave Aldo Moro.
Sul lato opposto, l’altro grande partito guida della nazione, il Partito Comunista, viveva una fase molto difficile tanto quanto i diretti avversari. Il 21 agosto del 1964 morì il segretario Palmiro Togliatti, prontamente sostituito da Longo. Questi, sulla linea del Memoriale di Jalta dell’ex segretario, perseguì una politica più improntata al livello nazionale, allontanandosi da Mosca.
La terza forza politica era composta dal Socialismo, allora ancora diviso nei due partiti di Nenni e Saragat. Il primo era alla guida del Psi, il secondo del Psdi. A distanza di due anni i due partiti si riuniranno nel Partito Socialista Unitario (PSU) ma le elezioni del ’68 saranno una debacle, con circa il 14% dei voti raccolti, meno di quanti ne prendevano separatamente.
Dopo una panoramica generale si può meglio capire la frammentazione che vigeva in quegli anni nella politica italiana. Le elezioni del dicembre 1964 videro fronteggiarsi da un lato Fanfani, dirigente di spicco della DC, dall’altra Terracini, figura importante del PCI. Dal X scrutinio però emerge la figura di Nenni, appoggiato dal PSDI e dal PCI, oltre che chiaramente dal suo partito.
Niente da fare però, la DC è un validissimo contrappeso e si va avanti per 21 scrutini. Al XVIII scrutinio DC e PSDI si accordano sul nome di Saragat, ma PC e PSI continuano a sostenere Nenni. Alla fine, dopo 21 tornate elettorali, tra i due grandi litiganti (in realtà anche di più) sarà il terzo, Saragat, a godere e ad essere finalmente eletto Presidente della Repubblica.