Sono scomparse delle isole italiane e lo sappiamo grazie ad un antico trattato. L’autore di questo prezioso volume è Strabone, le isole mancanti dall’attuale carta geografica sarebbero le due Enotridi. Ma come possono delle isole scomparire?
Strabone un uomo di origini greche, fu un erudito, studioso di storia e filosofia, che visse durante l’età augustea e la cui opera più famosa è proprio la Geografia. Un trattato diviso in 17 libri e scritto in greco. Questa opera ha avuto diverse copie e ristampe, come nel Cinquecento, nelle stamperie di Basilea ad esempio, anche in latino.
La particolarità di questa opera era ed è il sincretismo tra due diversi tipi di informazione: quella prettamente geografica e quella storica. Oltre a minuziose descrizioni morfologiche, Strabone fornisce anche informazioni sui popoli e abitanti dei posti da lui visitati. Non solo, pensiamo ai riferimenti toponomastici estremamente coerenti, proprio come nel caso di Elea.
Secondo infatti la Geografia di Strabone, dopo Elea, una polis della Magna Grecia e dopo il promontorio lucano di Palinuro ci sarebbero due isole, ognuna con ormeggio. Queste due isole che noi non conosciamo sono le Enotridi, così da lui definite nel VI libro della Geografia.
Potendo nutrire dei dubbi rispetto quanto affermato e descritto da Strabone, è bene sapere che anche Plinio il Vecchio parla di queste isole nella sua Storia Naturale. Le stesse isole si troverebbero “contra Velia“, ovvero di fronte la città. Velia è il nome romano con il quale ci si riferisce alla greca Elea.
Oggi queste isole non sono visibili ed è bene tenere a mente che l’ambiente costiero è estremamente mutevole. Esistono però ben due ipotesi: quella dell’avanzamento costiero e quella dei tre vulcani. La prima, la più improbabile, vorrebbe che i detriti portati dai fiumi sino la foce, avessero nel corso del tempo fatto si che le isole si unissero al promontorio. La seconda invece fa riferimento a studi più recenti, quelli sui tre vulcani sottomarini del Tirreno. Sarebbe quindi possibile che quelle viste da Strabone e Plinio il Vecchio fossero solo le cime o bocche dei vulcani, successivamente inghiottiti completamente dal mare.