Da che esiste l’uomo, esiste la guerra. Questa si è evoluta nel corso dei millenni, trovando nuova espressione nel genio militare di illustri strateghi ma anche attraverso i lampi del fato. Oggi esamineremo 4 tattiche della guerra antica, tra le più sorprendenti e impreviste per modalità d’esecuzione e tempistica. Cosa aspettiamo? Al via le danze!
Guerra chimica del III secolo d.C. – Quando parliamo di guerra chimica pensiamo ai tempi moderni, ai conflitti mondiali e agli agenti chimici utilizzati sulla giungla vietnamita, solo per fare un esempio. In realtà la guerra chimica era cosa nota ai romani e, soprattutto, ai Sasanidi. Nel 256 i primi erano sotto assedio per mano dei secondi nella città di Dura-Europos (nei pressi dell’Eufrate). Per stanare le legioni imperiali, i Sasanidi ricorsero ad uno stratagemma brillante: gettare zolfo e bitume sul fuoco, dando vita al gas solforico. Questo si propagò velocemente nei tunnel sottostanti la città, compiendo un massacro tra le fila romane.
La guerra biologica nell’antichità – Dopo quella chimica, lo spavento più grosso lo desta quella biologica. Vedasi l’esercito ittita, che nel II millennio a.C. di certo non conosceva le nozioni di batterio o virus, ma sapeva fare 2+2, eccome se lo sapeva fare. Le truppe ittite costringevano i malati di tularemia ad addentrarsi nelle città nemiche, scatenando epidemie devastanti e vincendo guerre in tal modo. Non da meno i romani o gli arcieri sciti: i primi immergevano le spade nel sangue infetto o negli escrementi; i secondi infilzavano le loro frecce nei corpi in decomposizione. Il resto ve lo lasciamo immaginare.
Tattiche animalesche – banale far riferimento ai soli elefanti, oramai inflazionati quando si tratta di guerra antica. Perché non parlare delle “bombe di serpenti” utilizzate da Annibale contro le fila romane? Vasi in terracotta pieni di serpenti lanciati sulle navi o sugli accampamenti repubblicani per far sprofondare nello scompiglio il nemico. Sempre i romani non avevano poi un bel legame con le api. Durante l’assedio della città greca di Themiscyra, i romani procedettero con la costruzione dei tunnel sotterranei. Purtroppo gli abitanti della polis si accorsero del gesto e riversarono alveari su alveari all’interno dei condotti. Bzzzz.
Archimede passione specchi – Quando i romani (sempre loro) attaccarono Siracusa nel 213 a.C. si dice che in soccorso della città della Magna Grecia accorse Archimede. Il suo ingegno diede vita ad un sistema di grandi specchi riflettori, probabilmente in bronzo o rame, i quali avrebbero generato un raggio di luce in grado di infuocare le navi romane. Verità o leggenda? Alcuni studi recenti dimostrano come una cosa simile sia possibile, ma non con i mezzi a disposizione di Archimede nel III secolo a.C.
Ogni anno governi di tutto il mondo spendono miliardi su miliari per programmi militari innovativi. In realtà basterebbe volgere lo sguardo al passato per comprendere che ci vuole ben poco per affinare l’arte della guerra. Gli antichi insegnano.