Il simbolo della Francia protestante dalla metà del XVI secolo fino al fatidico 1628 fu la città di La Rochelle. Le vicende che coinvolsero la città portuale (terza per popolazione almeno fino alla fine del ‘500) sono strettamente legate a quelle guerre di religione che stravolsero gli equilibri confessionali in tutto il regno. Ma come sempre, per comprendere gli eventi che condussero la volontà di Luigi XIII, impersonata dal cardinale Richelieu, alla distruzione della città aquitana, dobbiamo fare un piccolo passo indietro.
La frangia protestante si era ben radicata in alcuni territori della corona francese. Molte città ascoltarono, lessero e fecero propri gli insegnamenti di Calvino, diventando roccaforti ugonotte. Tra queste citiamo Montpelier, Nîmes e la stessa La Rochelle. La compiacenza del re Enrico IV terminò con il suo assassinio nel 1610. Al potere salì un giovanissimo Luigi XIII, ma a detenere le redini del potere furono sua madre Maria de’ Medici e il Cardinale Richelieu, entrambi convinti dell’affermazione della causa cattolica su quella protestante.
Inutile dire come presto scoppiarono disordini di matrice ugonotta in tutta la Francia; rivolte di piazza che spesso sfociarono in vere e proprie ribellioni organizzate. Richelieu ricorse alla violenza, esasperando ancor di più una situazione delicata. Con il passare degli anni i protestanti si rifugiarono sempre più a La Rochelle, l’unica città-fortezza in grado di difendere i diritti ugonotti, teoricamente difesi dall’editto di Nantes. Ma si sa, nella storia la teoria conta poco.
Il capoluogo aquitano, godendo del sempreverde appoggio inglese, era ormai un nemico per il cattolicesimo (e non solo quello transalpino). Richelieu non se lo fece ripetere due volte e pose d’assedio la città nell’agosto del 1627. Nel farlo chiese ed ottenne anche l’aiuto dell’amico/nemico spagnolo (perché d’altronde prendersela con gli inglesi e con i protestanti era meglio che ringhiare contro Parigi). Carlo I d’Inghilterra spedì una flotta navale a difesa di La Rochelle ma quando le navi giunsero nei pressi del porto, scoprirono fin quanto potesse spingersi in là l’ardore strategico del cardinale.
Richelieu, comprendendo come un assalto alle invalicabili mura della città si sarebbe tramutato in un fallimento assicurato, adottò una tattica tanto crudele quanto vincente: chiudere ogni accesso a La Rochelle, tanto via mare, quanto per via terrestre. Gli inglesi provarono a forzare il blocco navale ma non vi riuscirono. Così trascorrevano i mesi e la fame aumentava. L’ottimismo ugonotto lasciò il passo alla disperazione. La situazione divenne tragica e nell’ottobre del 1628 La Rochelle, ultimo baluardo del protestantesimo in Francia, dichiarò la resa.
Dei quasi 30.000 abitanti pre-assedio, ne divennero più o meno 5.000. Con la conseguente pace di Alais, gli ugonotti persero ogni diritto politico, territoriale e militare, rendendo l’editto di Nantes (quasi) carta straccia. L’assolutismo della corona francese ha un’origine ben chiara e questo avvenimento storico lo dimostra.