Laocoonte era un sacerdote troiano che, secondo la leggenda, cercò di avvertire i suoi compatrioti del pericolo rappresentato dal celebre Cavallo di Troia, vanamente. L’Eneide di Virgilio ha immortalato la sua figura nella letteratura classica.
La morte di Laocoonte
Laocoonte venne punito per la sua insolente resistenza agli dei greci con una morte terribile. Secondo la descrizione di Virgilio, due serpenti mandati dalla dea Atena lo attaccarono e uccisero insieme ai suoi due figli.
La statua
Il gruppo di Laocoonte è una famosa scultura di marmo che rappresenta il sacerdote e i suoi figli nel momento in cui vennero uccisi dai serpenti. La scultura è stata realizzata circa tra il 40 e il 20 a.C. dai tre scultori greci Hagesander, Polydorus e Athenodorus di Rodi. Oggi, la statua è conservata nei Musei Vaticani di Roma.
La controversia sulla mano mancante
La statua di Laocoonte è incompleta dato che la mano destra di Laocoonte mancava. Nel corso dei secoli, diverse ipotesi si sono imposte sulla posizione della mano mancante.
Nel 1906, i ricercatori trovarono una mano di marmo nel luogo in cui era avvenuto il rinvenimento della statua. Dopo alcune discussioni, si è deciso di aggiungere la mano al gruppo, ma c’è ancora dibattito sulla sua posizione corretta.
La figura di Laocoonte nell’arte
La sua figura ha ispirato numerosi artisti nel corso dei secoli. Attraverso diverse forme d’arte si è sviluppato il racconto della sua tragica fine, dalla letteratura alla scultura e alla pittura. La statua è uno dei capolavori più famosi dell’arte classica e un simbolo della tragedia umana.
Conclusioni
Laocoonte è una figura tragica della mitologia greca e una delle sculture più famose del mondo lo immortala.
Dunque, la sua morte terribile e la sua resistenza eroica sono diventate un simbolo della lotta umana contro le forze del destino. La statua del gruppo di Laocoonte rimane un’opera d’arte di grande importanza culturale e storica, e una testimonianza della grandezza dell’arte classica.