Se anche voi provate un fastidio incredibile nel dovervi ricordare, ogni santa volta, il nome del nuovo capo di governo quando questi cade, figuratevi cosa deve essere stato nel 68-69 d.C. riuscire a ricordarsi il rapido avvicendamento sul trono dell’Impero romano di ben quattro imperatori. Tutti in un singolo anno. Tanto che quel periodo di turbolenza politica divenne noto anche come “l’anno dei 4 imperatori“.
4 imperatori in un anno non saranno troppi?

Tutto inizia con la caduta di Nerone. Il controverso imperatore romano non fu esattamente amatissimo dal popolo (anche se pare non sia vero che suonasse durante l’incendio di Roma; la storia potrebbe essere stata dipinta in maniera denigratoria dai suoi avversari). Giustiziò una moglie, ne uccise un’altra… Tutto ciò provocò le ire degli avversari politici il quale cospirarono contro di lui.
Nerone così finì col suicidarsi nel 68 d.C. Non lo avesse mai fatto! La sua dipartita scatenò quello che sarebbe diventato noto come “anno dei 4 imperatori”, un periodo di caos durante il quale diversi uomini di alto rango decisero di autoproclamarsi imperatori, sostenuti ciascuno dal proprio esercito e dai propri fedelissimi. Alla fine questi imperatori si scontrarono fra di loro e ne rimase solo uno.
Nerone, ultimo imperatore della dinastia Giulio-Claudia, fu dichiarato nemico pubblico dal senato nell’aprile del 68. Così, una bella mattina, venuto a conoscenza della cosa, Galba, il governatore della Spagna, decise di dichiararsi imperatore.

Il messaggio era chiaro: praticamente ci si poteva dichiarare imperatore di Roma anche al di fuori della capitale. Galba era il primo imperatore a non discendere dalla stirpe Giulio-Claudia. Ma questo non era un ostacolo visto che la sua famiglia era benestante. Sostenuto dalle legioni, fu il primo imperatore a sfruttare il potere militare per ascendere al trono, il che creò un pericoloso precedente. Solo che Galba, oltre ad avere evidentemente manie di grandezza, era anche alquanto severo e spilorcio. Così, appena ottenuto il potere, una delle prime cose che fece fu non pagare le sue truppe. Mossa non esattamente geniale: trattenere la paga delle truppe che lo misero sul trono si rivelò essere alquanto controproducente.
Effettivamente, uno dei sostenitori di Galba approfittò di questo passo falso. Vitellio, pure lui discendente da una famiglia importante e che lo stesso Galba aveva eletto come governatore della Germania inferiore, sobillò e influenzò i soldati delusi dal “braccetto corto” di Galba, minandone la fedeltà.
Ignaro di ciò, Galba a Roma stava discutendo su chi potesse essere il suo erede. In effetti aveva 70 anni ed era giunta l’ora di sceglierne uno. A crederci fortissimamente era Otone, governatore e sostenitore di Galba. Fra l’altro Otone aveva dei precedenti anche con Nerone. Quest’ultimo odiava Ottavia, la sua prima moglie e amava un’altra donna, Poppea Sabina. Per liberarsi di Ottavia, i due decisero che Otone avrebbe sposato Poppea Sabina, in modo che il matrimonio fittizio fungesse da paravento per le scappatelle di Nerone. Quello che l’imperatore non aveva considerato, però, è che Otone finì con l’innamorarsi lui stesso di Poppea. Così Nerone si affrettò a esiliare Otone, fece giustiziare Ottavia e sposò Poppea.
Quindi ora Otone sperava di essere scelto da Galba come erede. Ma niente da fare: Galba fece ricadere la sua scelta su Lucio Calpurnio Pisone. Ma questo non fermò i convintissimi sostenitori di Otone: se Galba si era autoproclamato imperatore, perché non fare lo stesso con Otone? Così dichiararono Otone imperatore.
Ovviamente ciò scatenò il caos a Roma. Il tutto terminò con l’uccisione da Galba da parte della guardia pretoriana che, tecnicamente parlando, aveva giurato di proteggerlo. Galba rimase sul trono solamente per sette mesi. Così nell’Urbe rimase il solo Otone come imperatore. Solo che a complicare le cose ci si mise Vitellio. Organizzando un colpo di stato si proclamò imperatore.
Dalla Germania, così, Vitellio scese verso Roma. Otone, vedendo avvicinarsi il rivale, raccolse vari rinforzi, sfruttando anche i gladiatori. Ma l’esercito di Vitellio lo sconfisse comunque a Bedriaco, attuale Lombardia. A Otone non rimase altro da fare che scrivere una lettera di addio e suicidarsi.
Così, nel giro di pochi mesi, i Romani passarono dall’avere Nerone come imperatore a Galba, poi Otone e adesso Vitellio. Quest’ultimo era assai goloso e crudele, gioendo delle esecuzioni. Questi i termini in cui lo descrissero le fonti senatorie, ricordiamolo sempre. Potete ben immaginare come andò a finire. Vitellio rimase sul trono pochissimi mesi perché gli eserciti dell’Egitto, della Giudea e della Siria si erano schierati a favore di Vespasiano.

Costui era stato inviato in zona originariamente da Nerone per reprimere le rivolte ebraiche. Ma in maniera insospettabile, grazie al supporto delle legioni, si era dimostrato essere un valido candidato al trono imperiale. I due veri contendenti erano in quel momento Vitellio e Vespasiano. Quest’ultimo affrontò il primo nella seconda battaglia di Bedriaco, sconfiggendolo e facendosi proclamare dalle sue legioni imperatore. Il primo della dinastia Flavia.