Nell’immaginario comune, se si pensa ad un naufragio la mente richiama immediatamente quello del Titanic, grazie anche al colossal di James Cameron del 1997. Tuttavia, anche un transatlantico italiano incorse nel medesimo triste destino del Titanic, in un affondamento che in quell’epoca scioccò l’opinione pubblica mondiale. Mi sto riferendo all’Andrea Doria, naufragato davanti le coste newyorkesi il 26 luglio 1956 in circostanze alquanto scioccanti. Ma procediamo con ordine
L’Andrea Doria salpò da Genova il 17 luglio 1956 con 1134 passeggeri e 572 membri dell’equipaggio; era comandata dall’esperto Pietro Calamai. L’arrivo a New York era previsto per il 26 luglio alle 9.00. Il viaggio procedette senza intoppi fino al 25 luglio, quando introno alle 15.00 cominciarono a circondare la nave banchi di nebbia sempre più fitti.
Nel frattempo, alle 11.30 del 25 luglio partì da New York alla volta della Svezia lo Stockholm, più piccola dell’Andrea Doria ma predisposta di una prua corazzata per poter navigare fra i ghiacci delle acque artiche. Seguì inoltre la stessa rotta dell’andata, quella a sud, la medesima che stava percorrendo l’Andrea Doria. Alle 21.30 i radar delle due navi cominciarono ad avvistarsi, tuttavia entrambi gli equipaggi calcolarono male le distanza fra le due imbarcazioni. Solamente quando intorno alle 23.00 avvistarono le rispettive luci che puntavano reciprocamente una contro l’altra, si resero conto di aver completamente sbagliato i conti, ma era ormai troppo tardi.
Calamai ordinò una disperata virata a sinistra, mentre lo Stockholm tutto a dritta. L’Andrea Doria finì in questo modo per mostrare il fianco destro e venire speronata al centro, con l’apertura di una falla di 12 metri di larghezza all’altezza deli ponti superiori. Accasciatasi su un fianco, la nave si inabissò nelle acque dell’Oceano Atlantico. Lo Stockholm, invece, seppur con la prua distrutta, riuscì, una volta messo in sicurezza, a rimanere a galla.
Morirono sul colpo 46 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio, uccisi mentre erano già scesi nelle proprie cabine, poste sul lato speronato. La nave Ile de France captò l’SOS dell’Andrea Doria e coadiuvò lo Stockholm nelle operazioni di salvataggio: la prima ospitò 753 superstiti, la seconda 545.