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L’AI ha davvero scoperto il luogo di sepoltura di Platone?

Parlando di usi alternativi dell’Intelligenza Artificiale, ecco che Graziano Ranocchia, filosofo dell’Università di Pisa, insieme al suo team, ha sfruttato proprio l’AI per decifrare il testo presente su un antico papiro carbonizzato rinvenuto nella città di Ercolano. Ebbene: pare che su quel papiro fosse svelato il luogo di sepoltura di Platone.

Dove è sepolto Platone?

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Esattamente come accaduto a Pompei, anche Ercolano fu distrutta durante l’eruzione del 79 d.C. del Vesuvio. Dalle macerie delle due città, rinvenute a seguito di scavi ancora oggi in corso (se non lo avete già visto, vi suggeriamo di vedere l’ultimo speciale di Alberto Angela dedicato a Pompei: più di due ore di piano sequenza in giro per Pompei!), sono emersi diversi manufatti.

Fra di essi spicca un rotolo carbonizzato comprendente gli scritti di Filodemo di Gadara, filosofo epicureo vissuto fra il 110 e il 30 a.C. circa. Filodemo studiò ad Atene, ma successivamente visse in Italia e scrisse il testo noto come Storia dell’Accademia dove parla proprio dell’accademia fondata da Platone nel IV secolo a.C.

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Crediti foto: @ Italian National Research Council

Filodemo non si limita, però, solo a parlare dell’accademia, ma rivela anche dettagli della vita del filosofo greco, ivi compreso il luogo della sua sepoltura. In realtà gli storici già sapevano che l’allievo più famoso di Socrate, di cui trascrisse la filosofia, era sepolto nell’Accademia.

Solo che il generale romano Silla distrusse quest’ultima nell’86 a.C. Quello che però i ricercatori non potevano sapere era dove fosse esattamente sepolto Platone nella scuola. Tramite tecniche di imaging ottico a infrarossi e ultravioletti, imaging termico e la tomografia, però, ecco che i ricercatori sono riusciti a leggere l’antico papiro. Il rotolo ora fa parte della collezione della Biblioteca Nazionale di Napoli.

Finora gli studiosi hanno identificato mille parole, quindi il 30% del testo di Filodemo. Secondo quest’ultimo, la tomba di Platone si trovava nel suo giardino privato nell’Accademia di Atene, vicino al sacello sacro alle Muse.

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Il testo parla poi del periodo di schiavitù di Platone e del suo disprezzo per le capacità musicali e ritmiche di un musicista barbaro della Tracia. Platone uno di noi, insomma.

Questa non è certo la prima volta che l’AI è usata per decifrare antichi rotoli e papiri sopravvissuti in qualche modo all’eruzione del Vesuvio. Per esempio, a inizio anno, è stato decifrato un altro rotolo scoperto in una villa appartenuta un tempo al suocero di Giulio Cesare.