Per qualche secondo immaginate di essere i progettisti di una delle più grandi e potenti corazzate navali del vostro paese. Avete l’opportunità di vedere nascere il frutto delle vostre idee, di poter toccare con mano il successo del vostro genio. Poi, all’improvviso, dopo 15 mesi di servizio, la creatura alla quale avete dato un’identità cade vittima di un attacco, affondando per sempre al largo delle coste sarde. In breve vi abbiamo raccontato la storia della corazzata Roma.
Costruita nei cantieri navali dell’Adriatico in pieno secondo conflitto mondiale, la nave da battaglia Roma rappresentava il non plus ultra della Regia Marina. Essa entra ufficialmente in servizio nel giungo del 1942, salvo essere colpita da bombardamenti statunitensi. L’evento è significativo, perché la nave necessita di riparazioni; a causa di queste, ritorna in servizio un anno dopo, nell’agosto del 1943…Giusto in tempo per l’armistizio!
Gli alleati sanno che la corazzata Roma non può e non deve cadere in mani sbagliate. L’obiettivo è chiaro: radunare il resto della flotta italiana nei porti nordafricani per non permettere qualche mossa avventata da parte dell’asse. Ovviamente nei piani rientra la corazzata Roma. Come concordato, la nave raggiunge l’isola della Maddalena, tra la Sardegna e la Corsica.
Nei pressi dell’isola accade l’impensabile: uno squadrone di bombardieri della Luftwaffe prende di mira la Roma, attaccandola con delle bombe radioguidate. Il 9 settembre 1943 la splendida, inarrivabile, imponente nave da battaglia Roma affonda nei pressi del golfo dell’Asinara.
Cosa ne è stato dell’equipaggio? Gli alleati diedero l’ordine di scortare i sopravvissuti verso il porto neutrale più vicino (quelli italiani erano troppo pericolosi per essere presi in considerazione). La scelta ricadde sul porto di Mahón, a Minorca. Molti dell’equipaggio raggiunsero addirittura la Catalogna in seguito, facendo ritorno in Italia a guerra conclusa.
Vi lasciamo con una piccola curiosità: sebbene tutti, dal secondo dopoguerra in poi, fossero a conoscenza della storia della maestosa corazzata, in pochi cercarono con impegno il relitto. Il rinvenimento è avvenuto soltanto nel 2012, dopo quasi 70 anni di “riposo” sul fondale marino.