Un team di archeologi internazionale stravolge probabilmente le nostre conoscenze circa la comparsa della vita sulla terra. In Australia occidentale sono stati ritrovati dei microfossili eucarioti che anticiperebbero di 750 milioni di anni la comparsa della vita sulla terra. Per parlare di questa tematica, non si può però prescindere dall’analizzare un altro grande evento del nostro pianeta: la grande ossigenazione.
L’Evento della Grande Ossigenazione (GOE) fu un fenomeno avvenuto circa 2,4 milioni di anni fa sul nostro pianeta. Il nome già lo descrive appieno. Fu infatti un mutamento epocale che portò l’aumento esponenziale del livello di ossigeno planetario. Ma come avvenne? I grandi protagonisti furono i cianobatteri, ovvero dei batteri che, attraverso la fotosintesi clorofilliana (si, quella delle piante che si studia a scuola), producevano grandi quantità di ossigeno.
Tale aumento è riscontrabile nel conseguente innalzamento dei livelli di ruggine, reperibile e studiabile in numerosi fossili del periodo. Ebbe inoltre un’altra grande conseguenza: l’aumento delle forme di vita aerobica, a discapito chiaramente di quella anaerobica. Inoltre, provocando l’ossidazione dei minerali sul pianeta, causò la produzione di nuovi minerali.
Le forme di vita procariotiche, ovvero quelle senza nucleo e DNA, comparvero sulla terra molto prima di quelle eucariotiche (con DNA a struttura lineare). Fra questi ricordiamo batteri ed achei. Il fossile più importante trovato in Australia somiglia moltissimo ad una moderna alga, l’Alga verde della famiglia delle Volvocaceae.
Ciò potrebbe voler dire, secondo l’esperto professor Barlow, che si tratta di una forma di vita eucariotica compresente con quelle procariotiche. Ciò anticiperebbe la comparsa degli organismi eucarioti sul nostro pianeta di ben 750 milioni di anni. Sarebbe senza dubbio un’importantissima pagina di storia, che riscriverebbe le nostre più antiche conoscenze.
Lo stesso professore invita al contempo a calmare gli animi. Ci saranno ulteriori accertamenti e dovranno esserci importanti e differenti riscontri per confermare la scoperta. Restiamo dunque in speranzosa attesa, sperando di conoscere qualcosa in più sulle forme di vita più remote del pianeta Terra.