Si suol dire che “non tutti i mali vengono per nuocere“, ecco, dimenticatelo. In questa vicenda non basta un solo male, ma se ne aggiunse un secondo ancora più inaspettato. Siamo nel novembre del 1915, il Giappone combatte al fianco della Triplice Intesa nella Grande Guerra, ma arriva presto il secondo male, questa volta dall’interno. Parliamo di un orso antropofago, Kagesake, che uccise 7 persone e devastò diversi villaggi nell’Hokkaido.
Dobbiamo partire da un’analisi doverosa della natura dell’animale e da una circostanza anomala. Il grande mammifero si svegliò infatti prima del previsto dal letargo e, come tutti appena svegli, aveva una gran fame. Durante il periodo Edo poi, gran parte delle foreste dell’Hokkaido (regione a nord dell’arcipelago nipponico) erano state disboscate. Ciò causò la diminuzione naturale delle prede animali dell’orso.
La via sembrava segnata, non restavano che gli umani. La prima apparizione dell’orso fu a metà del mese di novembre, nel villaggio di Sankebetsu, alle soglie della casa di famiglia Ikeda. In questo contesto, nonostante il terrore e la paura, non ci furono grossi danni, Kagesake rubò un po’ di mais ed andò via. Inoltre, sottolineiamo come gli incontri con questi animali non fossero così inusuali in quell’area ricolma di aree verdi.
Solo 5 giorni dopo però, la belva comparve nuovamente, sempre sullo stesso luogo. Il capofamiglia Ikeda chiese aiuto agli altri abitanti che, uniti dallo stesso intento, agirono velocemente. L’ultimo giorno del mese riuscirono così a ferire per la prima volta Kagesake. Col sennò di poi fu una mossa controproducente, perché aumentò solo la ferocia della bestia.
Il 9 dicembre l’animale tornò e, senza bussare, entrò in casa della famiglia Ōta, dove uccise una donna ed il suo bambino. Le ricerche furono inasprite, gli uomini sulle tracce di Kagesake aumentavano di giorno in giorno. Destinate ad aumentare erano anche però le vittime, che arrivarono a 7 nel giro di pochi giorni. La destinazione successiva fu infatti casa Miyouke.
La vicenda si concluse il 14 dicembre, a quasi un mese dal suo tragico inizio. Il famoso cacciatore di orsi, Yamamoto Heikichi (in foto qui sopra), seguì le tracce di Kagesake e riuscì a ferirlo mortalmente, prima al cuore e poi alla testa. All’interno del suo stomaco ci stavano ancora le membra straziate delle sue vittime. Le dimensioni erano mostruose: 2,70 metri di altezza per 340 chilogrammi. La storia terminò così, ma la scia di sangue alle sue spalle fu molto lunga.