Fino a prima della Grande Guerra, l’estremo est del Belgio, che oggi conosciamo come regione dei “Cantoni Orientali”, era parte integrale del territorio tedesco. Sappiamo benissimo come si sia evoluta la prima guerra mondiale e, in particolar modo, con quali esiti la Germania del secondo reich ha invaso un Belgio assolutamente neutrale.
Il popolo belga non prese alla leggera l’atteggiamento dell’esercito guglielmino. Durante i trattati di pace del 1919 a Parigi, la delegazione di Bruxelles mise nero su bianco le sue richieste: la restituzione (perché di una restituzione si trattava) dei Cantoni Orientali di Eupen e Malmedy. Le richieste non passarono affatto in sordina, anche per il ruolo che lo stato belga giocava nell’equilibrio della regione.
Dopo Parigi, il Belgio annesse i suddetti cantoni. Ma c’è di più, perché parte dell’opinione pubblica esigeva ancor di più dai trattati, arrivando a parlare di “Belgio mutilato” (a noi ricorda qualcuno…). Le ulteriori richieste non furono mai avanzate, ma adesso restava da amministrare i territori annessi.
Malmedy ed Eupen erano – e sono ancora oggi – territori dall’alto valore strategico: vi si possono trovare importanti snodi ferroviari, foreste e bacini idrici (essenziali per la ripresa economica dopo il conflitto) in grado di alimentare e garantire lo sviluppo industriale locale. Parliamo poi di territori che avevano già conosciuto la dipendenza belga, almeno prima che arrivasse quel furbacchione di Napoleone, il quale scombinò non poche mappe europee.
Mentre Malmedy era un territorio francofono, Eupen era più vicino alla Germania da un punto di vista linguistico. Ma la componente linguistica non fu affatto un problema, almeno se la paragoniamo ad un piccolo gioco di prestigio da parte dell’autorità belga. Anche dopo Versailles, una zona di circa 5 km2 era rimasta neutrale, ovvero senza il dominio di uno stato sovrano. La zona prendeva il nome di Neutraal-Moresnet.
Cosa fece Bruxelles? Attraverso un plebiscito popolare chiese a circa 73.000 abitanti da che parte stare. Fin qui nulla di strano, se non fosse che per votare ognuno doveva recarsi presso l’ufficio di registro del municipio indicato. La scarsa pubblicità all’evento e la poca partecipazione della popolazione fecero il resto. Vinse la tecnica del “chi tace acconsente” e la zona neutrale divenne magicamente belga. Anche il Belgio seppe muoversi bene durante le trattative di Parigi…Poveri noi.