Basta prendere una fotografia o un dipinto del XIX secolo raffigurante l’Acropoli di Atene per rendersi conto che qualcosa non quadra. Si nota un dettaglio fuori posto, o meglio, un particolare che sfugge ai contemporanei perché apparentemente sembra non corrispondere a ciò che tutti oggi vedono. Ebbene l’apparenza, in questo specifico caso, non inganna. L’oggetto in questione è una torre, nota un tempo come Torre Franca, edificio che per più di quattro secoli ha svettato sulla roccia sacra ateniese, salvo poi essere ritenuta “esteticamente insignificante” e perciò meritevole di essere abbattuta.

La Torre Franca fu eretta sul lato occidentale dell’Acropoli di Atene, di fronte al Tempio di Atena Nika e poco più avanti rispetto ai Propilei. La componevano pietre provenienti dalle cave del Pentelico e del Pireo, ma anche il marmo ricavato (ahinoi) dai vicini edifici antichi, incluso il Partenone. Di pianta rettangolare (8,7 m per 7,8 m), la torre raggiungeva i 26 metri di altezza e sovrastava la pianura centrale dell’Attica.
Su questi dettagli prettamente architettonici non si hanno chissà quanti dubbi, che invece sorgono copiosi se si vuole inquadrare la torre dal punto di vista storico e poi cronologico. Sebbene la certezza non esista, si pensa che la realizzazione della Torre Franca fu desiderata e finanziata dalla famiglia degli Acciaiuoli, nobili fiorentini detentori del Ducato di Atene dal 1388 al 1456. Furono loro, in 68 anni di governo, a trasformare i Propilei in un palazzo e mutare la fisionomia dell’Acropoli.

Altre fonti attribuiscono alla famiglia de la Roche, prima dinastia di duchi franchi dello Stato crociato, la costruzione dell’edificio. Essi detennero la carica dalla fondazione del ducato ateniese dopo la quarta crociata (1205) fino al primo decennio del secolo successivo (1308). Quale che sia la verità, è sicuro come la torre sopravvisse alla conquista ottomana di Atene del 1456. La nuova autorità era solita chiamare la struttura Goulas o Koulas (Γουλάς/Κουλάς, dal turco kule, “torre”) e la sfruttò a lungo sia come magazzino per il sale, sia come prigione.
La Torre Franca si concilia perfettamente alla storia contemporanea greca, nella fattispecie alla guerra d’indipendenza scoppiata nel 1821. All’epoca gli ottomani rinchiusero dodici notabili cittadini nella torre. Nove di loro morirono giustiziati durante l’assedio all’Acropoli, mentre gli altri tre riuscirono a fuggire. Quattro anni più tardi si tornò a parlare della torre. Al suo interno nel 1825 le provvisorie autorità greche vi imprigionarono Odysseas Androutsos, comandante militare dei ribelli. I rivali politici, e non gli ottomani, torturarono e posero fine alla vita di Androutsos, considerato fin troppo pragmatico e popolare, per questo inviso alla classe dirigente ellenica.

Dopo la proclamazione dello Stato greco indipendente, si decise di demolire tutti gli edifici post-classici presenti sull’Acropoli. Era un periodo in cui il neoclassicismo spingeva forte, nelle arti come nella politica (inteso come sentimento di rivalsa storica). Tutto ciò che esulava dall’antichità greca, non meritava di esistere. La Torre Franca, probabilmente voluta da benestanti fiorentini tra XIV e XV secolo, non rientrava nei canoni della pura grecità, ecco.
Pensate che a finanziare e coordinare lo smantellamento della struttura fu nientemeno che Heinrich Schliemann, l’imprenditore-archeologo che riportò alla luce le vestigia di Troia. Nonostante le proteste della cittadinanza ateniese, i lavori di demolizione iniziarono il 2 giugno 1874. Neppure una settimana dopo, una lettera di dissenso scritta da re Giorgio I di Grecia in persona fermò le operazioni. Non fu abbastanza perché a seguito di nuovi accordi, gli operai buttarono giù quattrocento anni di storia ateniese.

William Miller, rinomato grecista, definì la demolizione della Torre Franca come “un atto di vandalismo indegno di qualunque popolo dotato del senso della continuità storico”. Fatto sta che da allora l’Acropoli di Atene ha decisamente un altro aspetto. La memoria di ciò che fu e che più non è permane nelle opere dei vari Jean Auguste Dominique Ingres, Jean Nicolas Henri de Chacaton e più in generale di coloro che ebbero l’onore di visitare, nonché immortalare un pezzo di storia obliterato dalle ideologie.