La Campania è una regione che riserva ogni giorni nuove sorprese. Dopo la scoperta delle anfore romane in provincia di Salerno, arriva la ”Tomba del Cerbero” a Giugliano, in provincia di Napoli. Mentre Acqua Campania S.p.a svolgeva i lavori per la realizzazione di una rete idrica nella zona, le indagini archeologiche preliminari prescritte proprio in vista dei lavori, hanno portato alla luce una tomba di 2.000 anni fa, perfettamente conservata. Ad annunciare la notizia è stato il primo cittadino di Giugliano, Nicola Pirozzi.
Gli scavi, condotti ad un profondità di 4-5 metri, hanno portato alla scoperta di un muro romano. Questo ha rivelato l’ingresso ad un ”arcosolium”, struttura tipica delle catacombe nella zona. La vera sorpresa, però, sono stati gli affreschi rappresentanti scene mitologiche. In particolare sono due, presenti su pareti opposte, ad aver sbalordito gli archeologi per il loro perfetto stato di conservazione.
Il primo rappresenta due ittocentauri, con la testa da uomo e la parte inferiore del corpo con le zampe anteriori di un cavallo e la coda di un serpente marino. Questi reggono uno scudo che funge anche da specchio, da poter utilizzare contro Medusa. Elemento in relazione al mito di Perseo, il quale tagliò la testa della custode dell’inferno. Il secondo affresco, sulla parete opposta, rappresenta una delle celebri 12 fatiche di Ercole: il combattimento contro il Cerbero. Questo, anche chiamato ”mastino dell’Ade”, era famoso perchè, sorvegliante degli inferi, impediva alle anime dei defunti di fuggire. Da qui il nome ”Tomba del Cerbero”.
A questi si aggiungono festoni che girano tutt’intorno la camera, un’ara con vasi per cerimonie e corpi deposti su letti funebri con ricco corredo. Secondo gli archeologi, la tomba risale ad un periodo che va dall’età repubblicana a quella imperiale.
Questa tomba potrebbe essere solo una parte di una necropoli ancora tutta da scoprire. Gli scavi, infatti, sono attualmente in corso e gli archeologi intendono esplorare anche tutta la zona circostante. Il sopraintendente Mariano Nuzzo commenta: ”L’emozione che suscita il privilegio di una scoperta simile è indescrivibile. Il territorio di Giuliano, dopo anni di oblio, sta finalmente restituendo significative vestigia del suo glorioso passato”.