Nonostante la storia di Vladimir Vasiljevic sia sconosciuta alla maggior parte, merita di essere raccontata perchè ha dell’incredibile. Durante gli anni del governo del Presidente Tito in Jugoslavia, in particolare nel 1979, un uomo sconosciuto soprannominato Fantasma di Belgrado, fece letteralmente andare ”fuori di testa” la polizia della capitale. Per loro fortuna il presidente Tito era fuori città per partecipare ad una conferenza ma, nell’imminenza del suo rientro, le forze dell’ordine subirono pressione dall’alto per la cattura del Fantasma.
Nel settembre 1979, qualcuno aveva ”preso in prestito” la Porche 911 di proprietà del tennista Ivko Plecevic. Quel qualcuno era proprio Vladimir Vasiljevic, già molto famoso per questa sua predilezione a prendere in prestito automobili. Tanto che era stato soprannominato Vasa Opel e Vasa Kljuc (chiavi). Il primo per la sua ossessione verso le Opel, il secondo per la sua leggendaria capacità di aprire le auto senza usare chiavi. Durante la notte si divertiva a rubare auto e poi, dopo aver fatto un giro, le riportava con il pieno di benzina.
Dopo aver rubato la Porche del tennista, decise di prendersi gioco della polizia facendo delle corse folli in Piazza Slavija, nel pieno centro della capitale. Come avrebbe potuto una macchina della polizia competere con una Porche? Per 10 sere consecutive, sempre dopo le 22, Vasa arrivava a tutta velocità su quattro ruote, facendo acrobazie e fuggendo costantemente dalla polizia. Era diventato talmente famoso che la folla aumentava ogni giorno di più.
Per rendere il tutto ancora più ‘divertente’, chiamava la stazione radio locale per annunciare quale sarebbe stato il suo percorso. L’ultima notte la polizia, stufa di essere umiliata da questo fantasma, preparò una trappola. Sistemarono diversi autobus a bloccare la strada, in modo tale che Vasa non sarebbe andato oltre. In effetti la trappola servì: Vasa si schiantò contro gli autobus ma riuscì comunque a fuggire protetto dalla folla.
Due giorni dopo qualcuno lo denunciò e successivamente la polizia lo arrestò, condannandolo a due anni e mezzo di carcere. Neanche questo lo fermò dal prendersi gioco delle forze dell’ordine, tanto che una volta fuggì dal carcere, per poi rientrare di sua spontanea volontà. Voleva semplicemente dimostrare alle autorità chi in realtà comandasse, attraverso gesta memorabili, oseremmo dire. Nel 1982 però, uscito appena di prigione, Vasa morì a 32 anni in un incidente stradale e le cause ancora oggi non sono chiare. Girano voci che la polizia abbia in qualche modo manomesso i freni o comunque sia coinvolta nella morte, per punirlo definitivamente delle umiliazioni che avevano subito.
Nonostante i suoi scopi non fossero molto chiari, Vladimir è diventato una leggenda per la città di Belgrado. È considerato il primo oppositore alla Jugoslavia comunista di Tito. Tuttavia, una buona parte della popolazione non credette che Vasa fosse il vero Fantasma di Belgrado, forse perché non rispondeva alle caratteristiche dell’eroe. La sua fu un’esistenza vissuta nel segno della sfida all’autorità costituita. Un po’ ci ricorda la storia di Mathias Rust, ma di persone simili il mondo ne è sempre stato pieno, bisogna solo saper scovare le loro tracce. Impresa non banale, a quanto pare.