Analizzata la prima parte della vita di Toro Seduto, riprendiamo da dove ci eravamo lasciati: trattato di Fort Laramie (1868). Nuvola Rossa accettò le condizioni dell’accordo, ma Toro Seduto, nel frattempo divenuto capo supremo dei Sioux, non si fidò mai di quelle parole scritte nero su bianco. La storia gli darà ragione. Un altro Oglala entrerà a far parte della vita del Hunkpapa, di 10 anni più giovane: Cavallo Pazzo. Due personalità estremamente diverse, opposte a dir la verità; il primo riflessivo e cauto nelle scelte, il secondo impulsivo e folle nella battaglia. Eppure su questo binomio si reggeranno le ultime speranze dei nativi americani.
Come detto, il trattato di Fort Laramie concedeva ai pellerossa il territorio delle Black Hills. Peccato che a metà degli anni ’70 qualcuno da quelle parti trovò l’oro e sappiamo quanto il metallo prezioso facesse impazzire gli americani alla ricerca della dannata fortuna. Ricordiamo quale fosse il contesto: gli States vivevano un periodo di grave crisi economica e finanziaria, con alti livelli di disoccupazione e inflazione. L’oro delle Black Hills faceva comodo, ma non quanto la ricerca di un nemico comune sul quale attirare tutta l’attenzione. Fate 2+2…
Interverrà sulla questione anche il presidente Ulysses Grant, il quale in un primo momento cercherà di placare gli animi grazie alla diplomazia. Un tentativo vano, che pose i nativi di fronte ad una scelta, distruttiva in ogni caso: guerra o umiliazione. In entrambi i casi Toro Seduto e i suoi avrebbero perso. Ma anche nella sconfitta c’è onore. Nel 1876 Sioux – capeggiati da Toro Seduto e Cavallo Pazzo – Cheyenne e Arapaho unirono le loro forze contro gli statunitensi. Scoppiò la “Grande Guerra Sioux“. I primi scontri arrisero ai nativi, sottovalutati dai bianchi, i quali decisero di riunirsi nei pressi del torrente di Little Bighorn e festeggiare.
Per l’occasione Toro Seduto praticò la Danza del Sole e la visione che ne seguì fu un presagio di vittoria. L’ultima vittoria. La mattina del 25 giugno del 1876, il generale George Armstrong Custer, con il suo 7° Cavalleggeri raggiunse l’accampamento silente dei nativi. Fu a tutti gli effetti un attacco a sorpresa, ma la rabbiosa reazione di Toro Seduto e i suoi annullò completamente l’assalto, anzi, il reggimento americano scomparve del tutto, nessuno sopravvisse. Così, di tutta risposta, gli statunitensi cercano di vincere la guerra in un altro modo: facendo morire di fame i pellerossa. Il massacro dei Bisonti – di cui vi abbiamo parlato – costrinse alla resa quasi tutte le nazioni native; anche Cavallo Pazzo seppellì l’ascia di guerra. Toro Seduto si dette alla macchia, rifugiandosi in territorio canadese, ma alla fine non poté fare altro che arrendersi al fato, consegnandosi al governo americano nel 1881.
Da questo momento in poi, il glorioso guerriero lasciò il passo ad un amareggiato anziano. Toro Seduto ottenne il perdono presidenziale, ma perse tutto il resto. Confinato in una riserva, in condizioni di povertà assoluta, accettò malvolentieri la proposta di Buffalo Bill: realizzare spettacoli circensi in giro per gli USA (e non solo, venne anche in Europa), guadagnando bene, per carità, ma venendo deriso ogniqualvolta provasse a raccontare la triste storia del suo popolo (nessuno capiva niente in lingua lakota, perciò il pubblico, pensando fosse parte della recita, applaudiva ridendo). Un umiliazione tale costrinse un ormai vecchio e stanco Toro Seduto a far ritorno nella “sua” casa di Standing Rock. Da quelle parti si diffuse una profezia riguardante un messia che avrebbe ricondotto i Sioux alla libertà. Toro Seduto non volle crederci mai fino in fondo, ma il governo americano, temendo per una nuova sommossa, si recò nella riserva.
Il 15 dicembre 1890, vuoi per delle incomprensioni, vuoi per un odio mai sopito, avvenne una sparatoria nell’accampamento. Due colpi centrarono Toro Seduto, l’ultimo dei quali, alla testa, fu fatale. Il suo corpo giace a Mobridge, nel South Dakota. Un monumento ricorda quell’uomo che fino alla fine lottò per la sua gente e, anche se consapevole della sconfitta, visse ogni singolo momento della sua vita con onore. Vi lasciamo con una frase che probabilmente Toro Seduto non pronunciò mai, ma puntualmente a lui attribuita: “Quando l’ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, solo allora vi accorgerete che non si può mangiare denaro.” – Una cosa del genere l’avrà quantomeno pensata.