La tradizione del ruolo rituale della geisha, o a Kyoto geiko, è molto importante e famosa nel Giappone contemporaneo e soprattutto dei tempi passati. Innanzitutto bisogna chiarire quale fosse questo ruolo. Erroneamente associato alla prostituzione, il ruolo della geisha va oltre ciò. Esse infatti erano abilissime oratrici e danzatrici, in grado di intrattenere con canti, danze e discorsi gli ospiti più prestigiosi.
La storia di Mineko Iwasaki è quella della geiko più famosa del Giappone, ritiratasi dalla scena a soli 29 anni, per divenire musa ispiratrice per altre sue omologhe, che decisero di abbandonare l’arte delle geisha subito dopo di lei. Inoltre, a valanga, calarono anche le “vocazioni” verso il mestiere rituale più famoso del mondo nipponico.
Il vero nome di Mineko era in realtà Tanaka Masako, ed era nata nel 1949. Il nuovo nome gli venne dato nella okiya, la casa delle geisha in cui entrò giovanissima, il cognome invece fu quello della padrona di casa, che si innamorò subito di lei. Riconobbe infatti all’istante il talento cristallino della giovane ragazza ed il suo apprendistato terminò presto.
All’età di 21 anni Mineko non era più una maiko, ovvero un’apprendista, era ormai una geisha professionista. Presto divenne anche la più famosa di tutto il Giappone. Tutte le case di geisha la desideravano e per tutti gli ospiti illustri era richiesta la sua presenza.
Forse l’eccessiva pressione e la grande mole di lavoro fecero si che a soli 29 anni, come sopra accennato, si ritirasse dal lavoro che la aveva resa famosissima. Aveva deciso di vivere liberamente, senza più lavorare per compiacere gli altri, ma solo se stessa.
Affidò le sue memorie ad Arthur Golden, autore del libro “Memorie di una geisha”, chiedendo riservatezza. L’autore non rispettò però la clausola e Mineko perse amici e conoscenze. Tutti l’accusarono di divulgazione del segreto tradizionale. Decise così a sua volta di scrivere un libro sulla professione della geisha e sul cammino di ritorno verso la vita da donna semplice e normale.