Più passa il tempo e più pensiamo di non sapere abbastanza sulle popolazioni nomadi. Forse è una nostra sensazione, ma lì fuori, nel mondo esterno, notiamo poco interesse per le tradizioni e la cultura di questi popoli lontani. Oggi vogliamo rendere giustizia e farvi conoscere un aspetto peculiare (per noi occidentali) dei nomadi provenienti dalle steppe asiatiche: una particolarità chiamata “iurta“.
Con iurta intendiamo la classica tenda abitativa in uso ancora oggi presso alcune popolazioni dell’asia centro-settentrionale. Dire che si tratti di una semplice tenda è un errore grossolano che non vogliamo commettere, perché insulteremmo millenni di storia. Per quanto le fonti siano incerte, si pensa che la iurta abbia un’origine ancor più antica dell’invenzione della scrittura.
Rintracciare l’origine del termine “iurta” è complicatissimo, ma velocemente si può dire che derivi da un vocabolo turco, ovvero jurt, traducibile come “popolo”. In Mongolia invece, dove la iurta prende il nome di ger, il significato è semplicemente quello di “casa”. Con il passare dei millenni e dei secoli, la tradizionale costruzione di una iurta è rimasta pressoché invariata.
L’intera realizzazione della struttura si basa su due materiali cardinali: feltro di lana e legno. Lo scheletro in legno e il rivestimento in feltro (che per diventare tale necessita di una particolare lavorazione) impermeabilizzato attraverso il grasso, rendono la iurta leggera ma salda contro le avversità climatiche. Come anticipato, la costruzione è rimasta più o meno la stessa nel corso della storia, a cambiare sono stati piuttosto gli interni.
Notizie attendibili provengono da alcuni cronisti europei del XII-XIII secolo che, durante il periodo dell’impero mongolo, hanno potuto compiere qualche viaggio e descrivere queste “strane ma pratiche” abitazioni tradizionali. Essi lodano in particolar modo la praticità con la quale una iurta può essere smontata e rimontata in pochissimo tempo, favorendo così l’azione nomade.
E se pensiamo che l’uomo a capo di uno degli imperi più maestosi della storia, ovvero Gengis Khan, preferisse vivere in una modesta iurta invece che in un palazzo (cosa non scontata visto che i suoi successori ne approfittarono per abbandonare la tradizione) allora il tutto assume un significato ben più potente ed espressivo.