Roma, si sa, è la città eterna con più arte al mondo. I luoghi artistici sono spesso legati a quelli di potere, in particolare se legati alla Roma papale. Dopo la decadenza dovuta alle invasioni barbariche, la città si è ripresa alla grande e in epoca moderna diversi papi l’hanno arricchita commissionando opere d’arte ai principali artisti dell’epoca.
Il papa pioniere in questo processo fu Niccolò Piccolomini, Pio II, detto per l’appunto “il Papa archeologo”. Pio II promosse infatti diversi scavi archeologici e recuperi di opere artistiche.
Un papa passato alla storia con un’aurea negativa fu invece papa Alessandro VI, papa Borgia. Quelli di omicida, corrotto e donnaiolo sono solo alcuni degli appellativi che la critica gli diede. In realtà il papa spagnolo non fece nulla che non avessero già fatto i suoi predecessori o successori. Il problema fu solo la sua nazionalità, per la quale in Italia non era visto positivamente: il pontefice doveva essere italiano.
Papa Borgia fece comunque completare i corridoi della Cappella Sistina e la fece affrescare, anche se non la vide mai completa poiché fu vittima di un omicidio. Il compito lo assunse Giulio II, suo successore al soglio pontificio.
Inoltre il nuovo papa cercò, come anche i suoi successori, di unire e vivificare i luoghi di culto e recuperare i luoghi medievali ormai in disuso. Inoltre importarono numerose colonne e obelischi, soprattutto dall’Egitto, ancora oggi visibili. Il paesaggio non venne sottovalutato e vennero piantati molti alberi e mantenute aree verdi.
La Roma che conosciamo noi oggi è dunque frutto di secoli di lavori anche dovuti ai vari papi susseguitesi nei secoli. Oltre alle varie dicerie, in parte vere, che si diffondevano veloci, la maggior parte delle quali legate ai vertici del potere ecclesiastico e no, molte bellezze artistiche sono legate indissolubilmente ad alcuni papi. Roma è ancora eterna anche grazie a loro.