Prima ancora di Maria I Tudor, sul trono di Inghilterra sedette un’altra regina, cui regno fu particolarmente breve: Jane Grey divenne la regina dei nove giorni. Perché però questa donna divenne regina pur non occupando il primo posto nella linea di successione?
Jane Grey era la quarta in realtà, in quanto figlia di lady Frances Brandon discendente diretta della sorella di Enrico VIII, Maria Tudor. A precederla infatti nella successione vi erano i figli del re: Edoardo VI, Maria ed Elisabetta.
Al centro delle ambizioni dei suoi genitori, sarebbe stata mandata a corte come dama di compagnia della sesta moglie di Enrico VIII, Caterina Parr. All’ascesa al trono del debole Edoardo si trasferì con le cugine a Whitehall, e dopo qualche tempo divenne oggetto delle trame di Thomas Seymour. Riuscita a scampare dalla sua morsa, un altro elemento sembrò avvicinare la nobildonna sempre più al trono: il testamento di Enrico VIII.
Questo prevedeva che il torno, qualora Edoardo fosse morto senza lasciare eredi diretti, sarebbe passato alle sorellastre Maria ed Elisabetta. Per il monarca rimaneva fondamentale che i suoi nipoti stranieri non ereditassero. In base a ciò la candidatura di Jane Grey risultò ammissibile.
Nel 1553 la futura regina dei nove giorni convolò nozze con il duca di Northumberland, Guilford Dudley. Il lord era divenuto consigliere di Edoardo VI e cercò di convincerlo a cambiare la linea di successione a favore della moglie. Così quello stesso anno, cambiato il testamento, il giovane re morì.
Jane venuta a conoscenza della sua successione rifiutò ma Dudley fece leva sui sentimenti religiosi da lei nutriti e sul timore di un possibile ritorno al cattolicesimo. Maria infatti rimase legata alla religione che era stata della madre Caterina d’Aragona. Accettò allora di diventare la prima regina d’Inghilterra, venendo spodestata dopo soli nove giorni dalla cugina Maria, e finendo con l’essere imprigionata nella Torre di Londra. Dopo mesi di prigionia, Maria comminò la pena capitale per lei ed il marito: l’esecuzione fissata per il febbraio 1554. Decapitata, rimase in una tomba anonima fino al XIX secolo, quando per volere della regina Vittoria le sue spoglie trovarono riposo nella Chiesa di S. Pietro ad Vincula.