La pizza rappresenta, per noi Italiani, una questione di identità culinaria. Oltre questo è importantissima per il nostro impianto produttivo, dal momento in cui si porta dietro un business stimato 15 miliardi di euro. Ma a quanto pare questo delizioso prodotto culinario noi italiani lo abbiamo nel sangue da secoli. Infatti, a Pompei, sito archeologico che non smette mai di stupire per la sua inesauribile ricchezza è stato riportato alla luce un nuovo affresco. Questo ha subito richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica che non ha potuto fare a meno di notare un elemento molto singolare, insieme, naturalmente agli studiosi. Nell’affresco possiamo vedere un vassoio che contiene al suo interno delle pietanze: tra queste una con una base di forma circolare e con del condimento sulla sommità.
Tutti hanno pensato che si potesse trattare di un lontano antenato della pizza. Ne veniamo a conoscenza grazie ad un lavoro di restauro di una delle domus pompeiane. Nel particolare il soggetto del dipinto sarebbe uno ”Xenìa”, ovvero, un dono che si offriva agli ospiti per accoglierli. Questo affonda le sue radici in un’antica tradizione greca: del resto a Pompei, fino ad un periodo molto vicino alla classicità, si parlava greco. Il contatto con i modelli culturali greci era molto forte.
Gli studiosi hanno provato ad identificare il condimento di questa ”focaccia”. Su di essa possiamo trovare della frutta, che è andata a sostituire il pomodoro e la mozzarella: melograno e un dattero. Il tutto condito con una sorta di pesto (moretum, in latino).
Gli archeologi del Parco Archeologico di Pausilypon hanno pochi dubbi sul fatto che si tratti di una pizza, anche se mancano gli ingredienti più tradizionali. Possiamo tuttavia considerarla un geme primordiale di ciò che è uno dei nostri piatti più iconici. In questo affresco, come hanno commentato alcuni studiosi del posto, è evidente il contrasto tra la frugalità, la semplicità del pasto e la raffinatezza del vassoio argenteo. Raffinatezza che si riscontra anche nella tecnica di realizzazione dell’affresco stesso.