Il Cimitero di Nostra Signora dell’Assunzione, a pochi chilometri da Parigi, ospita molte tombe di russi ortodossi morti nella capitale francese. Fra queste ce n’è una in particolare che salta all’occhio per la sua unicità, quella del ballerino e coreografo del XX secolo Rudol’f Chametovic Nureev.
L’artista russo era affascinato dai kilim kazako, un tipo di tappeto senza pelo, di grande pregio, tessuto come un arazzo. Prodotto dai Balcani al Pakistan, può essere puramente decorativo oppure utilizzato per le preghiere. Ne era talmente tanto innamorato che, per onorarlo dopo la sua morte, decisero di decorare la sua tomba con qualcosa che ricordasse questi magnifici tappeti. Ovviamente se ne avessero utilizzato uno vero, non avrebbe mai retto al passare del tempo, ancora di più in un ambiente esterno come quello di un cimitero. Così optarono per un qualcosa che sarebbe resistito negli anni: un mosaico.
Lo scenografo Ezio Frigerio progettò l’opera che ricopre il sepolcro del ballerino e lo studio Akomena di Ravenna lo realizzò manualmente. Il mosaico è talmente realistico che, sebbene la bara si trovi sotto al livello della terra, la perfezione delle pieghe del tappeto suggerisce che invece si trovi fuori. È composta da migliaia di tessere con 20 tonalità di rosso e 10 di oro, oltre a molteplici tonalità di blu. Realizzato nei minimi dettagli, potrebbe ingannare anche l’occhio più esperto. Solo avvicinandosi, infatti, ci si rende conto che si tratta di un’opera in pietra e non di un vero tappeto.
Rudol’f Nureev morì a Parigi il 6 gennaio 1993 a causa dell’AIDS. Durante la sua vita ottenne numerosi riconoscimenti sia come coreografo che come ballerino. Il funerale si svolse in forma laica ed insieme a lui seppellirono anche le sue scarpe da danza. Dopo la sua morte misero all’asta i suoi beni e il ricavato venne utilizzato per fondare la The Rudolf Nureyev Foundation. Quest’ultima promuove iniziative culturali e filantropiche, aiuta ballerini anziani, supporta nuovi talenti e infine sostiene la ricerca sull’AIDS.