L’Egitto, come ci dimostrano le continue scoperte da parte degli archeologi, è un territorio ancora tutto da esplorare. Nel 1954 il professor Kamal el-Mallakh e la sua squadra effettuarono degli scavi nella piana di Giza. Questi fecero una meravigliosa scoperta: la “nave solare“. Giaceva sepolta in una buca ai piedi della Grande Piramide di Cheope dal 2500 a.C., scomposta in 1.224 pezzi di legno di cedro, perfettamente conservata.
Per poter riassemblare tutti questi pezzi ci vollero 13 anni. Artefice del restauro fu Haj Ahmed Youssef. Questi studiò rilievi e modellini di navi trovate nella tombe, per capire quale fosse il modo migliore per mettere insieme i pezzi. Addirittura interpellò vecchi costruttori di barche per navigare sul Nilo per vedere se qualcuno di essi potesse dargli nozioni sull’antica tecnica navale. Il risultato fu una nave lunga 43 metri e larga 5, munita di 5 remi per lato più due remi a poppa con la funzione di timoni della barca.
In realtà la funzione della “nave solare” non è ancora ben chiara. Era forse la nave che il faraone utilizzò per il suo ultimo viaggio da Menfi alla Grande Piramide? Oppure venne utilizzata come corteo funebre? Alcuni ipotizzano anche una funzione simbolica. L’imbarcazione probabilmente rappresentava il mezzo per portare il faraone defunto nell’aldilà.
Nonostante la sua scomposizione in 1.224 pezzi, rappresenta una tra le poche navi meglio conservate. Un capolavoro che l’antichità ci ha lasciato e che funzionerebbe perfettamente se messa in acqua. Il perchè della sua separazione rimane, ad oggi, ancora sconosciuto.
Dal 1982 al 2021, la barca è stata esposta nel museo creato a fianco della piramide e progettato dall’architetto italiano Franco Minissi. Dall’agosto del 2021 è conservata nel Grande museo egizio.
Sempre nei pressi della Piramide di Cheope gli archeologi trovarono un’altra barca. A causa del suo cattivo stato di conservazione, si decise di lasciarla nella fossa navicolare per evitare che si disintegrasse definitivamente.