Simbolo della prima capitale italiana, la Mole Antonelliana svetta sul panorama torinese dal 1888, anno della sua inaugurazione. L’edificio sintetizza perfettamente l’anima della sua città, animata dall’eleganza regale, ma allo stesso tempo infestata da atmosfere magiche ed esoteriche. Sono molte le curiosità e le leggende che aleggiano intorno alla celebre Mole.
La Mole con i suoi 167,5 metri è stata per anni l’edificio in muratura più alto d’Europa. Tuttavia, non era proprio questo il progetto iniziale. In via Montebello, infatti, sarebbe dovuta sorgere una sinagoga. Venne dunque chiamato l’architetto di fede ebraica Alessandro Antonelli, una personalità molto ambiziosa ed eccentrica. Il progetto diventata anno dopo anno più oneroso: basti pensare che originariamente doveva essere alto o “solo” 47 metri. La comunità ebraica abbandonò così il progetto, che finì nelle mani del comune di Torino.
Come accennato prima, la magia si aggira tra gli eleganti portici del capoluogo piemontese. Torino, infatti, rappresenta una punta del triangolo della magia bianca insieme a Praga e Lione, ma anche di quello della magia nera con Londra e San Francisco. Alcuni esperti di esoterismo sostengono che anche la Mole faccia parte di quel mondo. La sua altezza e particolare struttura, simile a un’antenna, la renderebbe utile ad attirare onde di energia positiva.
La leggenda più curiosa vedrebbe la Mole Antonelliana come custode di uno dei simboli più iconici del cristianesimo: il Sacro Graal. Infatti, di fronte alla Chiesa della Gran Madre di Torino si trova la statua della Fede. Si narra che tale statua avesse gli occhi puntati proprio nella direzione della Mole. La statua tiene in mano proprio una coppa, in molti hanno dunque pensato che fosse un’indicazione della presenza del leggendario calice nell’edificio. Tuttavia, ora le pupille non sono più visibili.
Sospesa tra miti e magia, la Mole Antonelliana è un simbolo della cultura piemontese e italiana. La citò anche Friedrich Nietzsche nella sua opera Ecce homo. Durante il suo soggiorno torinese, il filosofo la osservava incantato e vi trovò spesso ispirazione. Attenzione, però, perché la Mole può tendere una trappola agli studiosi. Una filastrocca viene sussurrata nei corridoi delle università torinesi: se un Dottore vuoi diventare, in cima alla Mole non puoi andare!