Correva l’anno 2011 e gli archeologi, nella provincia di Cocle, a Panama, fecero una scoperta straordinaria. Qui, a El Cano, trovarono i resti di una civiltà sconosciuta, sotto forma di un cimitero precolombiano con annessi scheletri, armi e manufatti in oro, tutti risalenti al 400-900 d.C. Proprio durante questo periodo la civiltà Maya raggiunse il suo massimo splendore, ma le tombe di questi guerrieri immersi nell’oro non appartenevano a nessun popolo conosciuto.
Cosa sappiamo della civiltà di El Cano?
Le analisi effettuate suggeriscono che si trattasse di una civiltà con una precisa organizzazione gerarchica. L’archeologa Julia Mayo ha scoperto per prima i resti di un capo tribù, con tanto di piastre pettorali in oro in rilievo, polsiera, braccialetti e cintura. Inoltre sul corpo erano presenti più di 2mila piccole sfere, disposte in modo da suggerire la presenza di una fascia.
Attorno a questo capo tribù, poi, erano disposti altri 25 corpi. Successivamente sono emerse altre tombe di capi tribù, così come diversi scheletri che, probabilmente, appartenevano a schiavi sacrificati.
Ad ogni scavo i ricercatori trovavano sempre più manufatti in oro e, sul fondo della fossa, erano disposti 15 corpi posizionati in modo da creare una piattaforma su cui poi era appoggiato il capo tribù.
Il ritrovamento più insolito, però, è quello relativo alle ossa di un pesce palla velenoso. Si pensa che sia stato usato per uccidere le vittime sacrificate in onore del capo. Tutti i corpi che circondavano, poi, il capo erano ricoperti di pezzi di piatti di ceramica. E nessuno sa perché li abbiano collocati lì.
Fra i reperti ritrovati figurano anche delle asce, dei pacchetti con spine di pastinaca e anche una cintura fatta di denti di giaguaro e fanoni di balena (chissà, magari all’epoca era assai fashion).
Julia Mayo ha anche rivelato che fra i gioielli e i manufatti rinvenuti c’erano anche raffigurazioni di creature per metà umane e per metà mitologiche, simili a vampiri e a lupi mannari. Intrigante è dir poco.
Comunque sia, il sito archeologico di El Cano de Nata non è l’unico del suo genere. Sempre nella provincia di Coclé, nel 1940, gli archeologi portarono alla luce il Sitio Conte, un’altra necropoli con più di 90 tombe appartenenti a una società sconosciuta, datata sempre fra il 450 e il 900 d.C.
In entrambi i siti era presente una notevole quantità di oro. Purtroppo ancora non si sa se i due siti siano correlati, ma appare probabile. La disposizione delle tombe è la medesima, così come i contrassegni formati da antichi monoliti.
Ciò che sappiamo è che questo popolo si chiamava Nata e che furono i primi a incontrare gli spagnoli. Solo che non conosciamo altro perché, dopo la conquista spagnola della zona, tutte le tracce di questo popolo furono spazzate via. Anzi: la loro distruzione fu così completa che non sappiamo neanche quale lingua parlassero.