Nel 1215 il re inglese Giovanni Senzaterra si vide costretto a firmare un trattato chiamato Magna Charta Libertatum. Si trattava di un documento contenente molti diritti a garanzia dei baroni. La sua importanza fu tale da venire oggi considerata il fondamento delle libertà costituzionali inglesi. Cosa spinse Giovanni a ratificare un documento che limitava i propri poteri personali rispetto ai sudditi della Corona?
All’epoca il re era impegnato anima e corpo in una battaglia contro la Francia. Il finanziamento della campagna militare stava pesando interamente sulle spalle dei cittadini, ormai esasperati dall’eccessiva tassazione. Premevano istanze di riforme all’interno del regno, al punto tale che nel 1213 i baroni si rifiutarono di prestare servizio nell’ennesimo attacco alla Francia attraverso le Fiandre.
La novità di questo dissenso era che l’opposizione baronale si era trasformata in un movimento “nazionale” (con tutte le virgolette del caso) anziché feudale. L’ostruzionismo dei baroni persistette e l’anno successivo rifiutarono ancora una volta di seguire Giovanni nel Poitou, costringendolo poi a siglare una tregua di 5 anni con il re francese Filippo II Augusto.
Frustrato nelle sue aspirazioni, re Giovanni ritornò in Inghilterra, dove cercò di spezzare l’alleanza formatasi tra clero, baroni e popolo. Nonostante avesse riscontrato qualche discreto successo nel sedare la ribellione, nel 1215 dovette accettare di firmare un documento solenne che tutelasse i diritti dei sudditi. La Magna Charta riconosceva per iscritto i diritti dei feudatari, della Chiesa, delle città inglesi e degli “uomini liberi“; tale espressione andava a sottolineare che a beneficiare di queste libertà non sarebbero stati i servi della gleba.
Tra i punti fondamentali vi era la prima definizione formale delle relazioni tra re e baroni. La Charta codificava i diritti e i doveri della feudalità e riformò il sistema giudiziario. In questo modo si limitavano molti abusi di autorità, come la facoltà della Corona di stabilire imposte senza il consenso della Camera dei Comuni. Il documento tutelava anche il commercio, di cui garantiva il libero esercizio a Londra e in numerose altre città, villaggi e porti. Per garantire i diritti dei cittadini in casi di incarcerazione la Magna Charta istituiva inoltre una corte comune d’appello con sede permanente a Westminster.
Oltretutto, subiva una forte semplificazione la burocrazia legata ai processi; ora erano condizionati al rispetto di rigide norme di procedura, come la necessità di produrre prove certe a motivo di una condanna. Questo particolare elemento sarebbe diventato la base di tutto il successivo sistema di libertà civili inglesi. Ecco perchè a distanza di ben otto secoli la Magna Charta continua a rappresentare una pietra miliare nella storia dei diritti! Oltre a questo, stabiliva la successione ereditaria dei feudi e il controllo della monarchia da parte di un organo formato da 25 baroni. Cosa più importante, veniva istituito il diritto dei baroni a ribellarsi qualora il re avesse commesso un’evidente ingiustizia.
In pratica, la Magna Charta consacrava i principi alla base dello Stato feudale e richiamava il re alla legalità. Alcune clausole legalizzavano addirittura il dissenso politico nei casi di abuso di potere comminati dalla monarchia. Geloso com’era del suo potere, il re Giovanni non rispettò il trattato. Tuttavia, i sovrani successivi fu soggetto a varie modifiche nel corso dei secoli, fino ad arrivare al Bill of Rights del 1689, che sanciva la superiorità del Parlamento sulla Corona. A oggi, la Magna Charta mantiene il carattere di legge fondamentale del diritto inglese.