Questa storia è un tantino macabra, dunque forse gli animi più sensibili potrebbero avere qualche remora nel leggerla. Un recente studio pubblicato sulla rivista Antiquity ha parlato di una scoperta fatta dagli archeologi dell’Università di Oxford: i corpi di circa 40 persone perite di morte violenta, ma non solo. Gli scheletri e i resti rivelano che erano stati decapitati, scarnificati, eviscerati, privati della lingua e anche cannibalizzati.
Gli inquietanti scheletri della Gran Bretagna
Rick Schulting, a capo del team di archeologi, ha spiegato come negli anni Settanta i ricercatori avessero trovato più di 3mila frammenti ossei in un pozzo di calcare naturale profondo circa 20 metri, nel sito di Charterhouse Warren, nella contea del Somerset, zona sud-occidentale dell’Inghilterra.
Nel pozzo si trovavano i resti di almeno 37 persone, fra neonati e adulti. La datazione al radiocarbonio ha dimostrato come quelle persone morirono almeno 4mila anni fa, durante l’età del Bronzo. Fin qui nulla di strano. Magari erano le vittime di un’epidemia o di una scorreria.
Solo che poi, analizzando meglio le ossa, gli archeologi hanno fatto un’inaspettata, quanto inquietante, scoperta. Almeno il 30% dei crani, infatti, riportava lesioni da impatto, avvenute al momento della morte. Il che indica come quelle persone morirono di morte violenta. Ma è ciò che accadde ai corpi dopo la morte che fa venire la pelle d’oca.
Circa il 20% delle ossa presentava segni di taglio, fatti con utensili di pietra. Questi segni indicavano che alcuni cadaveri erano stati privati dello scalpo, altri della lingua e altri ancora eviscerati. Almeno sei persone presentavano dei segni di taglio a carico della seconda vertebra cervicale, il che indica una decapitazione. E alcune piccole ossa di mani e piedi presentavano delle fratture da schiacciamento, tipiche della masticazione umana. Il che vuol dire che quei corpi erano stati cannibalizzati.
Gli archeologi hanno sottolineato come tutto ciò sia estremamente insolito per dei resti umani risalenti all’età del Bronzo in Gran Bretagna. Inoltre, chiaramente, non si trattava neanche di pratiche funerarie note.
I ricercatori hanno ipotizzato un massacro di una parte importante di una comunità, con annessa una forma di violenza estrema post mortem, forse per spaventare altre comunità o parti di esse. Forse una ritorsione? Una vendetta per la violazione di un grave tabù sociale? Difficile a dirsi.
Un possibile indizio che spieghi tale massacro e le condizioni degli scheletri potrebbe derivare dall’identificazione del batterio Yersinia pestis, quello responsabile della peste, nei denti di due bambini trovati nel pozzo. L’ipotesi, in questo caso, è che la presenza della malattia nella comunità possa aver esacerbato la paura nel resto delle comunità della zona, causando un massacro del genere. Anche se, obiettivamente parlando, sembrerebbe poco sensato voler mangiare qualcuno di malato.