Legio Patria Nostra: è questo il motto della formidabile legione straniera francese, creata per volere del sovrano Luigi Filippo di Francia il 10 marzo 1831. La legione è un corpo militare d’èlite all’interno dell’esercito francese, suddiviso in 11 reggimenti, di cui ben nove sul territorio nazionale e due oltremare.

Luigi Filippo di Francia ne volle la creazione per supportare l’allora in atto conquista dell’Algeria. Era un modo per ingrossare le file dell’esercito permettendo a tutti quei volontari seppur stranieri che avessero voluto combattere per la nazione francese, di farne parte.
Evidente che la legione seppe riscuotere successo, e si ha notizia della sua partecipazione anche nella guerra di Crimea due decenni dopo. La legione soccorse Massimiliano I del Messico nel 1863, ma quell’intervento si rivelò fatale poiché i messicani li decimarono. Partecipò alla Seconda guerra mondiale per il fronte di liberazione del paese, sconfitta invece in Indocina tornò in Algeria. Un’esistenza movimentata e tutt’ora testimoniata: esiste ancora tra le file dell’esercito transalpino.

Il corpo svolge missioni oltre i confini nazionali. Ma la particolarità della legione rimane l’arruolamento volontario di stranieri, ovvero cittadini non francesi, a patto che siano uomini. Il volontario, tra i 17 e i 39 anni, dovrà concludere i cinque anni di ferma, al termine dei quali potrà richiedere la cittadinanza francese.
Al momento del reclutamento sarebbe stato necessario presentare i documenti ma una legge promulgata da Luigi Filippo stabiliva la procedura in caso di mancanza. I canditati si sarebbero dovuti presentare davanti all’ufficiale generale comandante, che avrebbe deciso a riguardo. Un elemento è da segnalare: la copiosa presenza di italiani arruolati in questa legione.

Nel corso della Prima guerra mondiale un’intera unità della legione straniera francese era composta da italiani. Nel 1939 si arruolarono centinaia e centinaia di Italiani, a migliaia invece tra il 1944 e il 1954, per lo più immigrati. Persino durante una seduta del parlamento italiano nel 1950 si fa menzione dell’operato degli Italiani in Indocina.